Rime (Alberti)/11: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Aggiunta template qualità indeterminata |
Correzione via bot |
||
Riga 3:
<poem>
Tirsis e Floro giovinetti amanti,
ricchi pastori,
usi fra loro raccontar suoi canti,
in fra
givan cantando le lor tormiciole.{{R|5}}
Così dissero, gionti a un praticello:
Riga 20:
La Niera mia mi fugge, né fu mai
più sventurato amante. Aimè! piangiamo
TIR.
Floro, non far così, non far. Io amo,
anche io amo, anzi ardo,
e pur sto lieto. Fa come io. Cantiamo.
Mea mia dolce dai capei
o saporita dal viso rosato,{{R|20}}
né son sì liete in un fiorito prato
le ape inzuccarate a uscir di schiera,
quanto son io poi che
FLO.
Or provi quel che è Amor, fanciulla altiera.{{R|25}}
Riga 47:
Or su, diciàn delle fanciulle belle,
qual sanno amare e
Qui son duo can; lassa ir le pecorelle.
FLO.
Riga 55:
La Niera spesso mie lacrime ha viste.{{R|40}}
E quante volte sofferto hai
Niera crudele, con tue false viste!
TIR.
Riga 66:
poi me le asconde doppo gli arboscelli.
FLO.
Se Amor è iusto e pio,
che chi servendo el prega ogni or più stenti?{{R|50}}
Son per me spinte sue face e saette.
TIR.
Non senza pioggia e furiosi venti
porge suo fior
né Amor suo don senza pianti e tormenti.
FLO.
Riga 91:
FLO.
Serà costei che sì tieco si siede,
prima
Tu corri
TIR.
Arà il sole la sua luce spenta,{{R|70}}
quando la Niera ti cominci amare.
Non è
FLO.
Seranno i pesci in cielo e stelle in mare,
Riga 106:
Priegia Amor lieti e risi e motteggi.
FLO.
Ove
Ma non iscusa te benché me incusi.{{R|80}}
La nostra asprezza vien dagli amor tuoi.
|