Storia dei Mille/Al Passo di Renda: differenze tra le versioni
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Sul vespro di quel giorno la colonna garibaldina entrò
Le Compagnie, rifinite dalla stanchezza e dalla fame, si gettarono in terra ciascuna, per dir così, dove fu fermata; e per un
Quella sera si mise a dormire in un cantuccio di
Invece quella notte passò quieta,
Ripetuta tre o quattro volte,
Il piccolo esercito si levò tutto; e allora fu un andare verso un punto dove la strada consolare mette da
Di là, il vecchio Ignazio Calona mostrava gli sbocchi dei monti da dove erano discesi i Napolitani di Florestano Pepe e di Filangeri, nel 1820 e nel 1849. A quelle due rivoluzioni egli aveva partecipato di venticinque anni e di cinquantatré, e si poteva immaginare con qual animo se tanto glie ne avanzava adesso, che ne aveva sessantacinque. E diceva con foco giovanile che nel maggio del 1849, quando Palermo si preparava
Così per tutta la mattinata fu una grande vivezza
Ma in un canto
Quel Santo Mele il giorno appresso sparì. Forse la
Noiosissima cosa, nel pomeriggio di quel giorno cominciò a piovere. Senza tende, senza coperte era un gran brutto stare; ma il campo non si attristò per questo; anzi, vi fu un momento di gaiezza fin troppa. Era stato macellato un gran bove donato da un Comune là presso, e in certi pentoloni mandati pure da quel Comune, cuochi improvvisati cuocevano di quel bove a pezzi, e del riso. Ma quando si fu sul punto di scodellare, e tutti si sentivano già quasi nello stomaco quel ristoro,
Seguitò la pioggia tutto il resto del giorno e anche quella notte, sicché la dimane quella gente, fradicia fino alla pelle, faceva un brutto vedere. Garibaldi guardava mesto. Egli nella notte aveva fatto levar via una specie di baldacchino che alcuni di quei suoi militi gli avevano formato sopra con dei mantelli sostenuti da pali, mentre dormiva. Ma alfine anche quel giorno venne il sole, e ognuno tornò a sentirsi bene.
Intanto Garibaldi aveva meditato una mossa. Voleva piantar nella mente dei difensori di Palermo che egli avesse deliberato di assalirli da Renda per la via di Monreale, e creare in essi
Quel mattino i napolitani parevano di buon umore. Ma la loro ala girante
Invece seguì una gran quiete. Ma in quella quiete si sparse una notizia dolorosa. Rosolino Pilo, che su quei colli di San Martino, con le sue squadre, aveva così ben rintuzzato
E allora?
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