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« dall’acqua cadente, e appropriandosela la convertirono
''dall’acqua cadente, e appropriandosela la convertirono in tanti diversi lavori sapientemente coordinati»''.
in tanti diversi lavori sapientemente coordinati ».


Ignorante — Bello quel sapientemente coordinati / E
Ignorante — ''Bello quel ''sapientemente coordinati''! E bene, di tanti ordigni chi fu quel bravo, che ordinò gli altri?''
bene, di tanti ordigni chi fu quel bravo, che ordinò gli
altri ?


Filosofo — S’intende; fu Vartefice.
Filosofo — ''S’intende; fu l’artefice''.


Ignorante — ''Ah! fu l'artefice! Dunque nella vostra bella fantasmagoria della trasformazione, degli intrecci dei tanti fili nervosi eccetera eccetera, di eravate dimenticato il piò bello, cioè chi sia che li ordini, chi ne cavi delle conseguenze che non capiscono in quei fili nervosi, chi di tante sensazioni formasse p. e. un’Iliade, un Orlando Furioso, i Dialoghi di Platone. Voi paragonate questi sorprendenti lavori dell’umano ingegno, che non furono certamente opera nè del naso, nè delle orecchie, nè del palato, come dovrebbero essere, se il pensiero non fosse che un risultato di sensazioni variamente cucinate come fa il cuoco delle pietanze, li paragonate alla tela esilissima d’un ragno. Ma anche nel tessere a disegno quella tela vi è qualche cosa che non è nè la bocca, nè le gambe, nè lo stomaco del ragno e che dirige quell’operazione. Molto piu poi vi deve essere, e vi è nelle mirabili operazioni dell’intelletto umano. Vorreste voi forse dire che il naso o la bocca mi danno idea della giustizia, dell’onore, della virtù, del tempo, dello spazio, idee che io, benchè ignorante, ho inteso chiamarsi astratte e che sono lavorio dell'intelletto? Allora dove va a finire tutta la vostra filosofia positivista? A negar l’anima, come hanno fatto da tanti secoli i materialisti, senza dare alcuna nuova spiegazione dei misteri dello spirito, ma soltanto illudendo gli sciocchi con prosaiche comparazioni, che zoppicano da quattro gambe. Scusate, ma la vostra filosofia somiglierebbe alla mia, se per andare a teatro volessi che la carrozza si muovesse da sè, o i cavalli mi vi conducessero senza cocchiere. Mi dareste allora del matto. E bene io non dico di più.''
Ignorante — Ah! fu Vartefice! Dunque nella vostra
bella fantasmagoria della trasformazione, degli intrecci dei
tanti fili nervosi eccetera eccetera» di eravate dimenticato
il piò bello, cioè chi sia che li ordini, chi ne cavi delle
conseguenze che non capiscono in quei fili nervosi, chi
di tante sensazioni formasse p* e. un’Iliade, un Orlando
Furióso, i Dialoghi di Platone. Voi paragonate questi
sorprendenti lavori dell’umano ingegno, che non furono
certamente opera nè del naso, nè delle orecchie, riè del
palato, come dovrebbero essere, se il pensiero non fosse
che un risultato di sensazioni variamente cucinate come fa
il cuoco delle pietanze, li paragonate alla tela esilissima
d’un ragno» Ma anche nel tessere a disegno quella tela vi
è. qualche cosa che non è nè la bocca, nè le gambe, nè
lo stomaco del ragno e che dirige quell’operazione. Molto
piò poi Vi deve essere, e vi è nelle mirabili operazioni
dell’intelletto umano♦ Vorreste voi forse dire che il naso
oh bocca mi danno idea della giustizia, dell’more, della
virtù, del tempo, dello spaziof idee che io, benché igne-
fonte, ho inteso chiamarsi astratte e che sono lavorio del-
Vintelletto ? Allora dove Va a finire tutta la vostra filosofia
positivista? A negar l’anima, come hanno fatto da tanti
secoli i materialisti, senza dare alcuna nuova spiegazione
dei misteri dello spirito, ma soltanto illudendo gli sciocchi
con prosaiche comparazioni, che zoppicano da quattro
gambe, Scusate, ma la vosta filosofia somiglierebbe alla
mìa, se per andare a teatro volessi che la carrozza si muo-
vesse da sè, o i cavalli mi Vi conducessero senza cocchiere.
Mi dareste allora del matto. E bene io non dico di più.