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Risposta del prete professore R. Ardigò alla let-
'''Risposta del prete professore R. Ardigò alla lettera del sig. Luigi De Sanctis inserita nel n. 217 della ''Favilla''.'''}}
tera del sig. Luigi De Sanctis inserita nel n. 217


Nella prelazione dell’opuscolo sulla Confessione del sig. Luigi De Sanctis, colla data di Malta 1851, si leggono queste parole: «Nella estimazione degli uomini probi, le ingiurie fanno torto soltanto a chi le proferisce. Le ingiurie non sono mai state ragioni, anzi sono il segno che il torto è dalla parte di colui che si appiglia a sì vile sostegno per non sembrare vinto».
della Favilla.


Queste parole, tanto dimenticate da chi le ha scritte, queste belle parole soltanto rispondo e risponderò sempre alle invettive, agli oltraggi, alle false accuse dirette a sconcertarmi e intimorirmi. Si vedrà che non resterò nè sconcertato nè intimorito per siffatte ignobili arti. Non farò scandali: questo no. Ma do parola agli amici ed ai nemici, che non tralascerò di dire, quando occorre, ciò che ho da dire; nemmeno colla certezza che ci sarà poi chi avrà la vile sfacciataggine di mettermi in bocca, pe’ suoi fini, delle parole che non ho mai pronunciato. Ma basti di questo argomento e veniamo alla nostra polemica.
Nella prelazione dell’opuscolo sulla Confessione del
sig, Luigi De Sanctis, colla data di Malta 1851, si leggono
queste paiole : «Nella estimazione degli uomini probi,
« le ingiurie fanno torto soltanto a chi le proferisce. Le
((ingiurie non sono mai state ragioni, anzi sono il segno
« che il torto è dalla parte di colui che si appiglia a sì
« vile sostegno per non sembrare vinto ».


Il signor Pettoello, che sfidava tutti quanti i teologi romani, con un piglio da far paura, al primo avversario che gli si è presentato, si è visto perduto; e venne nella savia determinazione di dichiararsi ''insufficiente in materie teologiche''.
Queste parole, tanto dimenticate da chi le ha scritte,
queste belle parole soltanto rispondo e risponderò sempre
alle invettive, agli oltraggi, alle false accuse dirette a scon-
certarmi e intimorirmi. Si vedrà che non resterò nè scon-
certato nè intimorito per siffatte ignobili arti. Non farò
scandali : questo no. Ma do parola agli amici ed ai nemici,
che non tralascerò di dire, quando occorre, ciò che ho
da dire ; nemmenocolla certezza che ci sarà poi chi avrà
la vile sfacciataggine di mettermi in bocca, pe’ suoi fini,
delle parole che non ho mai pronunciato. Ma basti di
questo argomento e veniamo alla nostra polemica.


Gli venne in ajuto un ''vecchio teologo, che da 32 anni a questa parte insegna teologia, storia ecclesiastica ed antichità cristiane'', cioè il sig. Luigi De Sanctis, direttore del giornale di Firenze l’''Eco della Verità''. Al quale quanto doveva esser facile il castigare il temerario prete di provincia, che non è neanche teologo, e il liberare
Il signor Pettoello, che sfidava tutti quanti i teologi
romani, con un piglio da far paura, al primo avversario
che gli si è presentato, si è visto perduto ; e venne nella
savia determinazione di dichiararsi insufficiente in materie
teologiche.

Gli venne in ajuto un vecchio teologo, che da 32
anni a questa parte insegna teologia, storia ecclesiastica
ed antichità cristiane, cioè il sig. Luigi De Sanctis, di-
rettore del giornale di Firenze l’Eco della Verità. Al
quale quanto doveva esser facile il castigare il temerario
prete di provincia, che non è neanche teologo, e il liberare

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