Pagina:Amleto (Rusconi).djvu/9: differenze tra le versioni

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9 SHASESP FARE.
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titul al compagno, e quando fu conosciuto, pare non riescisse sgradito; e allorchè il povero comico, bussando alla porta, gridava : a Son Riccardo III », il poeta, fattosi alla finestra, con accento beffardo gli rispose: a Ed io sono Guglielmo il Conquistatore. »
Ne' suoi Sonetti si lagna degli affanni d'amore, e in quelli che scrisse sul finire della sua esistenza, vibra la nota patetica o sconfortata. a Tu puoi vedere in me (dice alla sua bolla) quella stagione dell'anno in cui le foglie ingiallite (poche se pur no rimangono) pendono ai rami che fa tremolare la brezza: frascati ìn rovina e sfrondati, ove poc'anzi garrivano gli uccelli... Non piangere per me, allor eh' io sia morto, più lungamente del tempo in cui udrai la tetra squilla annunziare alla terra che sono fuggito da questo mondo vile per abitare coi vermi, più vili ancora. So leggi queste parole, scordati della mano che le vergò: ti auto tanto, che desidero essere cancellato dalla soave tua rimembranza, se pensando n me, tu potessi essere infelice. Oh! se getti uno sguardo su questi versi, quando io non sarò più che argilla, non ripetere il mio povero nome, o lascia \, che il tuo amore appassisca colla mia vita.
Stanco, perseguitato da un amaro cruccio verso tutti, si ritirò nella stia casa di Stratford, dove vi- - VeVa ancora la moglie. Maritò le suo due figliuole (l'unico maschio ertigli morto adolescente), e s' occupò del suo giardino, piantando il primo gelso cho fosse veduto nella contea. Nel 23 aprile 1616 moti ; ed alla moglie lasciò il suo a secondo miglior letto guarnito n istituendo sua erede la primogenita Su-sauna. Fu sepolto nella chiesa di Stratford, vietando espressamente che si toccassero le sue ceneri. Alla sua memoria fu eretta in una nicchia, a guisa de' santi, una statua dipinta, giusta la moda del tempo, di nero e di scarlatto. Píù tardi si pensò all'apoteosi ; ma rimaneva solo un po' di cenere nella fossa di quell'uomo maraviglioso che aveva tracciato orma si profonda sulla terra, e che, come disse Spenser, e la natura aveva fatto per contraffar sè stessa e imitare il vero. D