Pagina:Canti di Castelvecchio.djvu/184: differenze tra le versioni

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168 LA SERVETTA DI MONTE


È un muletto per il sentiero,
È un muletto per il sentiero,
che s’ arrampica su su su ;
che s’arrampica su su su;
che tra i faggi piccolo e nero
che tra i faggi piccolo e nero
si vede e non si vede più.
si vede e non si vede più.
Ma il suo campanaccio si sente
Ma il suo campanaccio si sente
sonare continuamente.
sonare continuamente.


È forse anco un’ ora di giorno.
È forse anco un’ora di giorno.
C* è neir aria un fiocco di luna.
C’è nell’aria un fiocco di luna.
Come è dolce questo ritorno
Come è dolce questo ritorno
nella sera che non imbruna !
nella sera che non imbruna!
per una di queste serate!
per una di queste serate!
tra tanto odorino d’ estate !
tra tanto odorino d’estate!


La ragazza guarda, e non sente
La ragazza guarda, e non sente
più il campano che a quando a quando.
Glielo vela forse il torrente
che a’ suoi piedi cade scrosciando;
se forse non glielo nasconde
la brezza che scuote le fronde


od il canto dell’usignolo
più il campano che a quando a quando.
che, tacendo passero e cincia,

solo solo con l’assiuolo
Glielo vela forse il torrente
la sua lunga veglia comincia,

ch’ha fine su l’alba, alla squilla,
che a’ suoi piedi cade scrosciando ;
nel cielo, della tottavilla.</poem>

se forse non glielo nasconde

la brezza che scuote le fronde

od il canto dell’ usignolo

che, tacendo passero e cincia,

solo solo con r assiuolo

la sua lunga veglia comincia,

eh’ ha fine su 1’ alba, alla squilla,

nel cielo, della tottavilla.

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