Storia segreta/Capo XII: differenze tra le versioni
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{{IncludiIntestazione|sottotitolo=CAPITOLO XII <br>''Carattere infame di Giustiniano. Suoi primi
Era Giustiniano facile sì a rapire le sostanze altrui, che a far sangue : per lui niente essendo lo esterminare quanta pur fosse moltitudine d’uomini di ogni delitto
Appena erano scorsi dieci giorni, dacché avea il poter nelle mani, che mise a morte insieme con alcuni altri Amanzio, primario fra gli
Erano, siccome fu già detto, tra il popolo due fazioni. A quella de’ Veneti egli si attaccò , già dianzi fattasi amica: e così venne a confondere e turbare tutte le cose a segno , che lo Stato de’Romani di già declinante rovesciò. I Veneti, quantunque e sediziosi e al cattivo suo genio in tutto ubbidienti, in mezzo alla crescente generale calamità pur furono riguardati per uomini moderatissimi soltanto per questo che parcamente abusarono della loro conceduta facoltà di far male. Dal canto loro i Prasini, che ivano tumultuando , non si contennero: ma come videro di potere, abbandonaronsi ad ogni misfatto , quantunque di tempo in tempo con occulti supplizii fossero puniti: il che però ogni giorno li
Di quelli della fazione contraria alcuni si accostarouo loro per la smania di vendicare sul popolo le offese ricevute ; altri si nascosero; molti furono presi o dai loro nemici, o dal magistrato che li traea alla morte. La cosa finì, che molta gioventù della città si associò a que’ malandrini, non che dianzi fosse d’intelligenza con essi, ma o spronata dal sentimento delle sue forze, od allettata da iniqua licenza. Né per certo v’ é alcuna sorta d’ iniquità nota agli uomini, che in questo tempo non siasi commessa , e non sia rimasta impunita.
Da principio erano prese di mira le persone della fazione contraria : poscia si travagliarono anche quelle , che non aveano mai fatto male ad alcuno. Accadde ancora, che da molti corrotti col denaro, avuti i segnali, ne uccidevano i nemici, incolpando questi d’essere Prasini, quando non li aveano mai né conosciuti, né veduti. E non più commettevansi queste malvagità in mezzo alle tenebre ed occultamente; ma ad ogni ora del giorno, e in ogni luogo della città, e sotto gli occhi delle persone principalissime, se vi si fossero a caso imbattute. Né veramente v’ era bisogno di andar
Narrasi di una non ricca di ornamenti, alla quale, mentre insieme col marito passava in barca di là del Bosforo ad una sua villa, codesti faziosi si presentarono , e minacciosamente strappata al marito la trassero nel lor navicello. Nell’atto, ch’essa vi saliva, disse all’ orecchio al marito che stesse di buon animo, né temesse che a lei cosa indegna avvenisse : ché devi sapere, aggiungeva, che non permetterò mai che questo mio corpo sia macchiato. E mentre quegli dolente l’ andava seguendo cogli occhi, la vide gittarsi in acqua, e rimanervi annegata.
Pur queste cose, che i turbolenti uomini ardivano allora commettere in Costantinopoli, meno angustiarono gli animi, che quelle che Giustiniano commise contro la repubblica. Minorasi gran parte del dolore che si soffre in una miseranda sventura, quando rimane speranza che gli scellerati abbiano dai magistrati, vindici delle leggi, la debita pena. Questa speranza sostenta il coraggio, onde i presenti mali più facilmente si sopportano. Ma quando gli uomini sono oppressi da colui, nel quale é collocata la tutela pubblica, più gravi riescono le loro disgrafie; e veduto non potersi sperar la vendetta dalla somma autorità aspettata, forza é
E quello che succedeva in Costantinopoli, succedette pure in ogni municipio; poiché un tanto disordine in quella città incominciato , come una pestilenza invase tutto il romano Imperio, senza che l’Imperadore se ne pigliasse pensiero:
E di vero, tosto ch’ ebbe preso il principato dello zio, tutto il suo ingegno pose , e con nissuna dignità, a vuotare l’erario pubblico che aveva in sue mani. Prova é di ciò quanto agli Unni, che spesso venivano a lui, in ampii doni profuse, oltre le grandi spese che per essi faceva. Per questo poi le provincie romane si videro esposte alle incursioni de’ Barbari, i quali assaggiate una volta le ricchezze romane ritornavanvi, né se ne potevano distaccare. Ebbe pur anche il capriccio di gittare esorbitanti somme di denaro nella costruzione di moli marittime per rintuzzare la forza de’
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