Storia segreta/Capo IV: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica |
Correzione via bot |
||
Riga 1:
{{IncludiIntestazione|sottotitolo=CAPITOLO IV <br>''Fozio va con Belisario in Persia : Antonina rimansi sola in Costantinopoli per aver seco Teodosio. Sue arti a ruina del figliuolo. Questi fa sapere a Belisario la condotta di lei. Belisario lo impegna alla comune vendetta. Fozio vuole prima da lui un giuramento ; e perché.''|prec=../3|succ=../5}}
Intanto Belisario andò insieme con Fozio alla spedizione commessagli contra Cosroe ; ed Antonina fermossi nela capitale contra il suo solito, poiché per lo addietro sempre avea voluto accompagnare il marito in qualunque paese della terra si fosse portato, temendo che rimasto solo non rientrasse in sé, e che libero dai prestigii di lei non prendesse qualche risoluzione a suo danno. Per lo che, onde Teodosio venisse liberamente a sé, macchinò di levar di mezzo Fozio; e trasse alcuni di quelli, che più avvicinavansi a Belisario , a non lasciar giorno senza provocare quel giovine, ed insultarlo ; ed essa medesima con cotidiane lettere lo calunniava presso tutti; e contro il figliuolo ne irritava gli amici. Questo procedere spinse il giovine a finalmente procurare contro la madre una denuncia. A questo intendimento , essendo cert’uno giunto da Costantinopoli, egli lo introdusse da Belisario, e a questo riferì come Teodosio ed Antonina viveansi insieme, avendogli Fozio stesso minutamente indicata ogni cosa che dovea dire. Belisario udito tutto , e preso da gagliardissima ira, si gittò ai piedi di Fozio , implorando che volesse prender veidetta di tanta empietà usatagli da persone , dalle quali avea meno d’aspettarsi un tal procedere. E disse : O dilettissimo figlio ! Tu non sai chi fosse tuo padre, poiché pendevi ancora dal seno della nudrice quando egli partì di questa vita. A te nulla giovò la sua fortuna, la quale era tenuissima. Presso di me , tuo padrigno, allegato , sei giunto a tale età di già , che puoi delle forze tue aiutarmi in mezzo alle ingiurie somme che mi vengon fatte. Ti alzai alla dignità consolare , ti colmai d’immense ricchezze, sicché e padre e tutori e parente strettissimo, qual possa darsi mai, ti son io , e con ragione giustissima da te sono chiamalo per tale : ché non pel titolo del sangue, ma per quello de’ manifesti fatti sogliono gli uomini misurare la scambievole benevolenza. Eccoti dunque
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}
|