Brani di vita/Libro primo/Un dilemma: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Alebot (discussione | contributi)
m Conversione intestazione / correzione capitolo by Alebot
m autore citato
Riga 10:
L'intenzione di invadere lo Stato Pontificio era già da parecchio tempo nel general Bonaparte e la Corte Romana che lo sapeva si preparò alle difese. Ma Alvinzi veniva in soccorso di Mantova ed il generale dovette accorrere e vincerlo in quella maravigliosa campagna che terminò con la resa della fortezza. Il Papa aveva fatto accampare il suo esercito raccogliticcio presso Faenza, minacciando Bologna; ma l'esercito era quale, per tradizione, sono gli eserciti papalini, e il general Colli che lo comandava era degno dei soldati. Bastarono poche fucilate al passo del Senio perchè l'oste pontificia fuggisse con unanime entusiasmo, lasciando libera la via al nemico, il quale procedette tranquillo sino all'Umbria.
Il Colli, scappato vergognosamente anche lui, se si crede al [[Autore:{{ac|Giacomo Leopardi|Leopardi]]}}, finì col mettere lo spavento nei vecchi pusillanimi che consigliavano Pio VI, dichiarando che non c'era più nulla da fare; e tutto si preparò per una fuga a Terracina, colla evidente intenzione di passare poi nel Napoletano.
Ma il vincitore mandò parole di pace e i poveri spaventati si decisero a pagare lo scotto dei vecchi errori e delle millanterie. Veramente lo scotto, come al solito, lo pagò il paese che dovette metter fuori i milioni necessari, ma intanto il Papa e i Cardinali si rassicurarono e firmarono la pace di Tolentino (19 febbraio).