Fu il fuoco o l'acqua che sotterrò Pompei ed Ercolano?/Lettera seconda: differenze tra le versioni

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{{Indent|porta orientale, che scendono in giù, e scuopreno le colonne sotterrate, o per meglio dire semisotterrate, poiché il resto di esse è al di fuora, come se fossero ficcate nel terreno. Questo suolo si eleva, mercé delle acque, da giorno in giorno, colla depressione degli [[:w:Appennino campano|Appennini]]. Verrà un tempo che l'[[:w:anfiteatro campano|anfiteatro Campano]] si ritroverà interamente seppellito, come oggi vediamo Ercolano. Ecco quindi un sotterramento, che si fa dalle acque sotto ai nostri occhi, e del quale Dio sà<!--accentato nell'originale--> cosa predicheranno gli scrittori alla posterità, conforme da [[:w:Cassio Dione Cocceiano|Dione Cassio]] in poi per tanti secoli han fatto, riguardo a [[:w:Pompei|Pompei]] e ad [[:w:Ercolano|Ercolano]], gl'istorici.}}
 
Similmente il celebre [[:w:Serapeo#Altri Serapei minori|tempio di Serapide]] in [[:w:Pozzuoli|Pozzuoli]], è stato lungamente seppellito sotto strati di terre e pietre, che vi furono depositati sopra dalle acque. Queste, anzi, han soggiornato lungamente sul [[:w:terreni alluvionali|terreno d'alluvione]], che cuopriva il tempio suddetto. In fatti le tre maestose e gigantesche colonne di marmo, che sono ancora all'impiedi nell'istesso luogo, dove furono messe la prima volta, come altresì molte altre colonne dell'istesso tempio cadute e rotte, si ritrovano nella parte superiore mirabilmente bucate dai [[:w:Mytilidae|mitili]], che vivono nelle pietre dure al di sotto dell'acqua, come se fossero state succhiellate con un trapano. Non è guari che questo tempio, che vien visitato da tutt'i viaggiatori, è stato disotterrato.
 
Allorché furono scavate in Napoli le [[:w:Fondazione (architettura)|fondamenta]] della [[:w:Obelisco di San Domenico|guglia di S. Domenico]], fu scoperta la ''Porta puteolana'', sotterrata dalle alluvioni, in modo che dalla strada attuale, che passa molto al disopra della
 
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{{Indent|0|detta porta, si può argomentare quanto sia stato elevato quel suolo dalle acque. Lo stesso similmente devo dire delle tombe, ultimamente disotterrate nella parte settentrionale del [[:w:Chiostro del Salvatore|palazzo degli studj]] di questa città, le quali si veggon ancora coperte da uno strato di lapillo, affatto simile a quello, che cuopre Pompei, siccome ho già osservato. Di più un antico tempio in [[:w:Nocera de' Pagani|Nocera de' Pagani]], convertito in chiesa, e che si vede in gran parte sotterrato dalle acque.}}
{{Indent|00|porta orientale
 
Finalmente per non moltiplicare gli esempj inutilmente, finisco osservando, che il suolo surto sul mare, su di cui si ritrova la città di Napoli, non è cresciuto, che per forza delle acque, le quali han seppellito tanti edifizj antichi, siccome giornalmente insegnano gli scavamenti, e la geologia; giacché i rimasugli rovinati rinvenuti, gli strati di lapillo volcanico e di altre terre, ed i banchi di tufo, che compongono i monti del cratere, sul quale siede la nostra città , dimostrano la genesi del suolo suddetto da reiterate, e consecutive alluvioni. Perché dunque dobbiamo mendicare una pioggia di [[:w:cenere vulcanica|ceneri volcaniche]], lanciate dal [[:w:Vesuvio|Vesuvio]], per spiegare il sotterramento d'Ercolano e di Pompei , se siamo circondati da tanti altri sotterramenti dell'istesso genere, prodotti dalle alluvioni? Se abbiamo tanti altri monti, simili a quelli, sotto ai quali si ritrovano seppellite le dette due città, nati per via umida?
 
Tutti gli argomenti, intanto, finora riferiti a favore delle alluvioni e della mia opinione, han dato una scossa bensì nell'animo di alcuni de' nostri più illustri letterati all'avvenimento classico, allegato dalla storia intorno all'eruzione del 79, dalla quale
 
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{{Indent|0|si vogliono distrutte e seppellite le due città, ma i medesimi non sono ancora decisi a mio favore. Costretti di confessare gli effetti delle acque in [[:w:Pompei|Pompei]] ed in [[:w:Ercolano|Ercolano]], essi nulladimeno non vogliono abbandonare l'idea del fuoco Vesuviano, celebrato tanto dalla storia di XVII secoli. Tanto, infatti, è difficile di sradicare gli errori inveterati! Tanto è arduo di toglier l'odore, con cui la prima volta è stato imbrattato un vaso!}}
 
Alcuni de' nostri letterati, dunque, sofisticano adesso e fanno sforzi di fantasia per combinare ''il fuoco coll'acqua'', ossia per spiegare la distruzione ed il sotterramento delle due città ''per opera delle eruzioni del Vesuvio, e delle alluvioni''.
 
Or chi non vede che questi signori sortono dall'argomento? Qual è quest'argomento? Il mio assunto; cioè di dimostrare la falsità della storia, riguardo a Pompei e ad Ercolano. Ma cosa dice la storia a questo proposito? Dice che la distruzione delle due città fu cagionata dalla pioggia di ceneri, lanciate in aria dal Vesuvio nell'eruzione del 79, ciò che in altri termini esprime la distruzione d'Ercolano e di Pompei ''per effetto del fuoco''. La storia, dunque, non parla affatto ''né di alluvioni, né di acqua'', ed io ho citati tanti passi di autori nel principio di questa lettera, giusto per fissare lo stato della quistione. Il voler ora parlare di fuoco e di acqua, ossia di eruzioni volcaniche, e di alluvioni, vale lo stesso, ''che voler mettere in bocca agli scrittori quel che questi mai si hanno sognato''; giacché essi lo avrebbero sicuramente detto, se avessero cosi opinato, e non avrebbero abbandonata la loro opinione
 
 
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{{Sezione note}}