Fu il fuoco o l'acqua che sotterrò Pompei ed Ercolano?/Lettera seconda: differenze tra le versioni

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E nel ''cap. XI. §. XI. pag. 70'' i signori Accademici si esprimono in questa guisa<ref>''Cap. XI. §. XI. pag. 70. Interim nemo Plinio infìcias iverit, qui cinere, ambustis pumicibus, et fractis igne lapidibus subitum in mare vadum efformatum narrat. Haec enim ipsa Hercuìaneum operuisse, et in mare procurrisse deprehendimus.''</ref>: «Intanto nessuno si opporrà a Plinio, che racconta essersi formato rapidamente un guado nel mare dalle pomici bruciate, e dalle pietre infrante dal fuoco; infatti noi abbamo osservato che queste stesse sostanze furono quelle, che coprirono Ercolano, e pervennero sino al mare.»
 
E finalmente nel ''cap. XI. §. XIII. pag. 71'' i dotti Accademici Ercolanesi stringono l' argomento cosi<ref>''Cap. XI. §. XIII. pag. 71. Sed quando nec Plinium testem haberemus, nec longa nos experientia doctiores reddidisset, ipsamet effossionum inspectio satis nos de illius materiae inflammatione certos faceret [...] Satis igitur et ex veterum testimonio, et ex recentibus inspectionibus exploratum habemus, quo igne, quave materia adgesta Herculaneum pessum iverit, non quidem liquido ignis torrente, de quo aequalium nemo verba fecis, nec ullum invenìnus vestigium, sed infiammalo cinere, pumicibusque.''</ref>: Ma supposto che non avessimo Plinio
 
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{{indent|0|han seppellito la città; uopo è necessariamente che il suolo ed i monti delle vicinanze d'Ercolano sian tutti terreni d'alluvione, ed io dovrò assolutamente ritrovare da per tutto, e ad una gran distanza vestigia dell'acqua. l1 fatto, e le osservazioni han confermato mirabilmente le mie conghietture, ed ecco una dimostrazione della solidità di quell'assioma logico, che stabilisce, ''che quando un princpio è vero, vere eziandio debbon essere le conseguenze, che da esso vengon dedotte''. Difatti andremo a vedere, che ho indovinato la natura de' monti molto distanti da Resina, cioè d'un terreno più di sette miglia lungo, dalla struttura del masso, che cuopre il teatro, sepolto al disotto di questo villaggio.}}
{{indent|0|che han seppellito la città;
 
Invito, dunque, il lettore di trasferirsi al di là della ''[[:w:Torre del Greco|Torre del Greco]]'', nel luogo detto ''lo Scavamento''. Egli ritroverà al giorno degli antichi edifizj disotterrati, che apparteneano alla città d'Ercolano. Egli caminerà al disopra d'un tetto d'un edifizio, che si ritrova ancora sotterra, e vedrà tagliato perpendicolarmente il masso del monte, in cui sono incavate varie grotte, e che cuopre altri edificj. Questo luogo è circa due miglia distante dal teatro, e forse la città distrutta si stendea ancora più lungi da questo luogo, verso la [[:w:Torre Annunziata|Torre dell'Annunciata]]. Intanto chiunque, per poco avvezzo alle osservazioni geologiche, è costretto, all'aspetto del luogo, di confessare, che il masso del monte, che cuopre gli edifizj nel quale sono incavate le. grotte, come altresì tutto il terreno adiacente, sono il prodotto delle alluvioni. Difatti il masso è in questi luoghi d'indole argillosa-calcare, effervescente
 
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{{Indent|0|all'[[:w:acido nitrico|acido nitrico]]
 
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