Del vietare la stampa di libri perniciosi al buon governo: differenze tra le versioni
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| Nome e cognome dell'autore =Paolo Sarpi
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Serenissimo Principe,
Eseguendo il commandamento di Vostra Serenitá di estender in scritto quello che riverentemente dissi in voce con brevitá
La mia esposizione fu che sí come la sapienza publica giá ha proveduto per importantissime ragioni che nessuna cosa sia stampata se non veduta da un secretario, cosí al presente è necessario statuir le regole, le quali osservando, il secretario possi formar sicuramente il giudicio suo
Nel principio che il mal nacque, il primo principe che se
Questa narrazione ho giudicato necessaria per espressione del male che ha bisogno di medicina; la qual non è sufficiente con la sola deputazione del secretario, senza aggiongerci le regole che debbe servare nel negar la stampa alli libri overo admetterli, perché trattandosi di stampare o ristampar un libro, non mancano fautori
Per aprir la strada a far risoluzione in questo negozio si possono distinguere li scrittori di questa materia in quattro classi. Alcuni sono che biasmano e condannano e censurano le quattro sopranominate ordinazioni, overo altre leggi, imposizioni di gravezze, decreti e sentenzie
Questi quattro gradi, che sono molto diversi tra loro, con una divisione riescono otto, perché quattro sono quanto alli libri che si tratta di stampar di novo, non essendo piú stampati; e altri quattro in quelli da ristampare, essendo stati per inanzi altrove stampati. Io li ho cosi separati per rappresentarli piú distintamente. Sará facil cosa che da VV. EE. Ill.me sia giudicato di comprenderne piú di essi sotto una medesima regola negativa o affermativa, e con quattro o vero cinque regole dar conveniente forma a questa materia, la qual io chiamerò (credo con vocabolo conveniente) « la libertá ed autoritá
Essendo, come ho detto, in questi tempi fatta adulta la contrarietá tra li governi ecclesiastico e secolare, che giá erano tanto concordi, del 1595 a Roma furono publicate le regole come governarsi nelle stampe quanto a questa materia, e furono le infrascritte: che non si admetta assolutamente in qualsivoglia libro alcuna proposizione contra la libertá ed immunitá ecclesiastica; che non si admetta alcuna proposizione cavata dalla dottrina ed esempi
Da questo ognuno potrá ben vedere la causa perché non si ritrovino libri a favor
Questa maniera di mutar le parole, overo alterar il senso con aggiunzione e detrazione, non è da imitare; prima perché tutto il mondo
Ma quanto alli libri che non sono stati veduti per inanzi, se
Quanto al far nota nella margine, quando vi sia il modo di farla viva e salda, è cosa da lodare, come, avendo un dottor celebre che tratti in contrario, notar nella margine: « vedi il tale in tal luoco che tratta con veritá ». Questo sará un buon rimedio al pregiudicio. Ma per far una nota negativa o assertiva senza sale, come sarebbe: « questo non è vero », o « questo è falso », overo: « questo è da altri confutato », è cosa che metterá in deriso, e piú tosto fará danno che beneficio.
Alcuni hanno opinione che il proibir la stampa di qualche libro debbia esser destruzione di
Dirò ben io ancora che nel dar le regole senza dubio
Questo discorso servirá per una congerie di materia rozza, alla quale debbia esser dato buona forma dalle prudenti considerazioni di VV. EE Ill.me.
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