L'Opera di Mario Rapisardi: differenze tra le versioni
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Lasciò che l' Italia si dimenticasse di lui, lasciò che molti italiani per altro non lo conoscessero che per le ingiurie onde ancor fremevano le pagine della Rapisardiana : non inveì, non protestò, non s' affannò per la fama.
Il poeta di Lucifero! ancor oggi Mario Rapisardi è chiamato così, e molti, per varie ragioni esaltano o denigrano il poema scritto nel 1877, il
La battaglia di due principi degenera spesso nelle forme di un pettegolezzo da letterati, Dio e Lucifero non lottano ma sembrano in polemica fra loro: l'antireligiosità assume spesso forme volgari, l' invettiva ha un tono da comizio: il poema, così come la
Pure, nel momento in cui ne siamo più stanchi, qualche cosa ci trattiene: qua e là, tra la fiumana irrompente dei versi, scorgemmo della poesia pura e compiuta; spesso di tra le invettive senza gusto abbiamo udito un accento robusto; tra i molti fantocci qualche uomo ci è apparso, tra i molti avvenimenti ve n' è qualcuno che si è fissato in noi.
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''Mario Rapisardi non ha trovato quasi mai nei suoi critici dei giudici , ma sempre dei giustizieri''.
Ho indicato, rapidamente, come pur nei difettosissimi poemi del poeta siciliano, una serena ricerca possa trovare non comuni pregi: mi resta ora a parlare del Rapisardi lirico, infinitamente superiore al Rapisardi del
Fin dal libro delle ''
La preoccupazione filosofica non sovrasta queste rime.
Il poeta canta se stesso, il suo dolore, il suo desiderio, e il canto è poesia.
Essa ha ancora tutti i difetti della giovinezza, contiene il germe di tutti i futuri enormi difetti dell' arte di Mario Rapisardi, ma se ci si chiede che cosa fosse, a parte il Carducci, la poesia italiana nel 1872 , si dovrà convenire che le Ricordanze sono, di quel momento, il solo volume di versi degno di tal nome.
Di varie epoche sono le poesie raccolte sotto il titolo di
Versi politici e sociali, inspirati da avvenimenti attuali e quindi caldi d' ironia o di sdegno essi non hanno un grande valore: sono poi quasi tutti superati dall'idea che vi si agita.
Offrono queste liriche accentuatissimo il fenomeno che ho già notato altrove: non ve n' è di compiutamente belle nè di compiutamente brutte.
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Ma, malgrado ciò, esse hanno molta forza di espressione, son calde e roventi di un odio grande quanto un amore, e, di tra i luoghi comuni e le imitazioni da Victor Hugo, restano come notevolissimi esempi di poesia sociale.
Alla « grande madre » , alla « santa Natura » dedicava Mario Rapisardi, nel 1887,
L' invettiva che persiste, ma s' attenua, l'amore al Vero e alla Giustizia che accende il poeta ma non lo sovrasta, ha dettato quelle fra le poesie religiose ove ancora si agita la quistione sociale: la malinconia e il rimpianto delle Ricordanze si perfeziona.
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</poem>
E' la pura e grande arte delle [[Poesie Religiose]] è anche nei
Sono componimenti, nella più parte scritti in endecasillabi sciolti, ove il verso, l'imagine, il pensiero, si adagiano in una compiuta armonia di ritmo o d'espressione: Empedocle, Antinoo, Circe, Calcidonio... l'ispirazione è classica ma anche questo poeta ha sentito, come tanti altri, gl'influssi del romanticismo, e la fredda forma si anima d'un contenuto umano.
Dalla prima all' ultima queste poesie di Mario Rapisardi si svolgono nel cerchio dei suoi quattro ideali: aveva preso il cammino con lo sguardo in essi, lo ha compiuto cantandoli ancora: traverso le ingiurie degli uomini e del tempo, non riuscendo che di rado a districarsi dalle ceppaie dei propri errori, vinto dall'oblio, il poeta ha continuato a cantare immutevolmente l' ideale che per lui non mutava.
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