Piccolo mondo antico/Parte seconda/Pescatori: differenze tra le versioni

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{{Qualità|avz=75%|data=4 giugno 2008|arg=Romanzi}}{{IntestazioneIncludiIntestazione|sottotitolo=[[Piccolo letteraturamondo antico/Parte seconda|Parte seconda]] - Pescatori}}
|Nome e cognome dell'autore=Antonio Fogazzaro
|Titolo=Piccolo mondo antico
|Iniziale del titolo=P
|Nome della pagina principale=Piccolo mondo antico
|Eventuale titolo della sezione o del capitolo=[[Piccolo mondo antico/Parte seconda|Parte seconda]] - Pescatori
|Anno di pubblicazione=1895
|Secolo di pubblicazione=XIX secolo
|Il testo è una traduzione?=no
|Lingua originale del testo=
|Nome e cognome del traduttore=
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|Secolo di traduzione=
|Abbiamo la versione cartacea a fronte?=no
|URL della versione cartacea a fronte=
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{{capitolo
|CapitoloPrecedente=Indice parte seconda
|NomePaginaCapitoloPrecedente=Piccolo mondo antico../Parte seconda
|CapitoloSuccessivo=La sonata del chiaro di luna e delle nuvole
|NomePaginaCapitoloSuccessivo=Piccolo mondo antico/Parte seconda../La sonata del chiaro di luna e delle nuvole
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Il dottor Francesco Zérboli, I. R. Commissario di Porlezza, approdò alla I. R. Ricevitoria di Oria il 10 settembre 1854, proprio quando un sole veramente imperiale e regio sormontava il bastione poderoso della Galbiga, sfolgorava la rosea casetta della Ricevitoria, gli oleandri e i fagiuoli della signora Peppina Bianconi, chiamando, secondo i regolamenti, all'ufficio il signor Carlo Bianconi suo marito, quel tale Ricevitore cui la musica manoscritta puzzava di cospirazione. Il Bianconi, detto dalla sposa «el mè Carlascia» e dal popolo «el Biancòn», un omone alto, grosso e duro, col mento pelato, con due baffoni grigi, con due occhi grossi e spenti di mastino fedele, discese a ricevere l'altro I. R. mento pelato di categoria superiore. I due non si rassomigliavano proprio che nella nudità austriaca del mento. Lo Zérboli, vestito di nero e inguantato, era piccolo e tozzo, portava due baffetti biondi appiccicati alla faccia giallognola, bucata da due scintille d'occhietti sarcastici e sprezzanti. Aveva i capelli piantati così basso sulla fronte ch'era solito raderne una lista, restandogliene spesso un'ombra, quasi di bestialità. Prontissimo di persona, d'occhi e di lingua, parlava un italiano nasale, modulato alla trentina, con facile cortesia. Disse al Ricevitore che doveva tenere un convocato, il consiglio comunale d'allora, a Castello e che aveva preferito venir per tempo, fare la salita, col fresco, da Oria invece che da Casarico o da Albogasio, onde procurarsi il piacere di salutare il signor Ricevitore.
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