L'Opera di Mario Rapisardi: differenze tra le versioni

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{{Qualità|avz=75%|data=18 settembre 2008|arg=saggi}}
<onlyinclude>{{Intestazione letteratura
| Nome e cognome dell'autore = Vincenzo Picardi
| Titolo = L' Opera di Mario Rapisardi
| Iniziale del titolo = L
| Anno di pubblicazione = 1913
| Nome della pagina principale = L' Opera di Mario Rapisardi
| Eventuale titolosecondo dellaanno sezionedi o del capitolopubblicazione =
| Lingua originale del testo =
| Anno di pubblicazione = 1913
| Nome e cognome del traduttore =
| Eventuale secondo anno di pubblicazione =
| SecoloAnno di pubblicazionetraduzione = XX secolo
| Progetto =letteratura
| Il testo è una traduzione? = no
| Argomento =saggi
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| Abbiamo la versione cartacea a fronte? = no
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Lasciò che l' Italia si dimenticasse di lui, lasciò che molti italiani per altro non lo conoscessero che per le ingiurie onde ancor fremevano le pagine della Rapisardiana : non inveì, non protestò, non s' affannò per la fama.
 
Il poeta di Lucifero! ancor oggi Mario Rapisardi è chiamato così, e molti, per varie ragioni esaltano o denigrano il poema scritto nel 1877, il ../{../{TestoCitato../t../e../s../t../o../C../i../t../a../t../o../|Lucifero../L../u../c../i../f../e../r../o../}../}../, che è ancora una volta l' espressione artistica del problema che ha affaticato e affatica pensatori e poeti: quello della lotta fra la natura e il dogma, fra il libero pensiero e l'idea religiosa.
La battaglia di due principi degenera spesso nelle forme di un pettegolezzo da letterati, Dio e Lucifero non lottano ma sembrano in polemica fra loro: l'antireligiosità assume spesso forme volgari, l' invettiva ha un tono da comizio: il poema, così come la ../{../{TestoCitato../t../e../s../t../o../C../i../t../a../t../o../|Palingenesi../P../a../l../i../n../g../e../n../e../s../i../}../}../, il ../{../{TestoCitato../t../e../s../t../o../C../i../t../a../t../o../|Giobbe../G../i../o../b../b../e../}../}../, l'../{../{TestoCitato../t../e../s../t../o../C../i../t../a../t../o../|Atlantide../A../t../l../a../n../t../i../d../e../}../}../, ha un movimento e un crescendo da opera-ballo, una confusione da cinematografia fragorosa.
Pure, nel momento in cui ne siamo più stanchi, qualche cosa ci trattiene: qua e là, tra la fiumana irrompente dei versi, scorgemmo della poesia pura e compiuta; spesso di tra le invettive senza gusto abbiamo udito un accento robusto; tra i molti fantocci qualche uomo ci è apparso, tra i molti avvenimenti ve n' è qualcuno che si è fissato in noi.
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''Mario Rapisardi non ha trovato quasi mai nei suoi critici dei giudici , ma sempre dei giustizieri''.
 
Ho indicato, rapidamente, come pur nei difettosissimi poemi del poeta siciliano, una serena ricerca possa trovare non comuni pregi: mi resta ora a parlare del Rapisardi lirico, infinitamente superiore al Rapisardi del ../{../{TestoCitato../t../e../s../t../o../C../i../t../a../t../o../|Lucifero../L../u../c../i../f../e../r../o../}../}../ e del ../{../{TestoCitato../t../e../s../t../o../C../i../t../a../t../o../|Giobbe../G../i../o../b../b../e../}../}../.
 
Fin dal libro delle ''../{../{TestoCitato../t../e../s../t../o../C../i../t../a../t../o../|Le../L../e../ Ricordanze../R../i../c../o../r../d../a../n../z../e../}../}../'' (1872) sentiamo un vero e grande temperamento poetico: non più la nota ampollosa e convulsa della Palingenesi; a sentimenti più miti e personali la poesia si fa più mite e personale: non sempre bella, ma non più epilettica.
La preoccupazione filosofica non sovrasta queste rime.
Il poeta canta se stesso, il suo dolore, il suo desiderio, e il canto è poesia.
Essa ha ancora tutti i difetti della giovinezza, contiene il germe di tutti i futuri enormi difetti dell' arte di Mario Rapisardi, ma se ci si chiede che cosa fosse, a parte il Carducci, la poesia italiana nel 1872 , si dovrà convenire che le Ricordanze sono, di quel momento, il solo volume di versi degno di tal nome.
 
Di varie epoche sono le poesie raccolte sotto il titolo di ../{../{TestoCitato../t../e../s../t../o../C../i../t../a../t../o../|Giustizia../G../i../u../s../t../i../z../i../a../}../}../.
Versi politici e sociali, inspirati da avvenimenti attuali e quindi caldi d' ironia o di sdegno essi non hanno un grande valore: sono poi quasi tutti superati dall'idea che vi si agita.
Offrono queste liriche accentuatissimo il fenomeno che ho già notato altrove: non ve n' è di compiutamente belle nè di compiutamente brutte.
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Ma, malgrado ciò, esse hanno molta forza di espressione, son calde e roventi di un odio grande quanto un amore, e, di tra i luoghi comuni e le imitazioni da Victor Hugo, restano come notevolissimi esempi di poesia sociale.
 
Alla « grande madre » , alla « santa Natura » dedicava Mario Rapisardi, nel 1887, ../{../{TestoCitato../t../e../s../t../o../C../i../t../a../t../o../|Le../L../e../ poesie../p../o../e../s../i../e../ religiose../r../e../l../i../g../i../o../s../e../}../}../, il suo libro di versi migliore ove si rivela quel grande poeta ch'egli stesso, tra i fumi dei suoi poemi, sembrò non voler essere, che la critica italiana non volle riconoscere.
 
L' invettiva che persiste, ma s' attenua, l'amore al Vero e alla Giustizia che accende il poeta ma non lo sovrasta, ha dettato quelle fra le poesie religiose ove ancora si agita la quistione sociale: la malinconia e il rimpianto delle Ricordanze si perfeziona.
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</poem>
 
E' la pura e grande arte delle [[Poesie Religiose]] è anche nei ../{../{TestoCitato../t../e../s../t../o../C../i../t../a../t../o../|Poemetti../P../o../e../m../e../t../t../i../}../}../.
Sono componimenti, nella più parte scritti in endecasillabi sciolti, ove il verso, l'imagine, il pensiero, si adagiano in una compiuta armonia di ritmo o d'espressione: Empedocle, Antinoo, Circe, Calcidonio... l'ispirazione è classica ma anche questo poeta ha sentito, come tanti altri, gl'influssi del romanticismo, e la fredda forma si anima d'un contenuto umano.
Dalla prima all' ultima queste poesie di Mario Rapisardi si svolgono nel cerchio dei suoi quattro ideali: aveva preso il cammino con lo sguardo in essi, lo ha compiuto cantandoli ancora: traverso le ingiurie degli uomini e del tempo, non riuscendo che di rado a districarsi dalle ceppaie dei propri errori, vinto dall'oblio, il poeta ha continuato a cantare immutevolmente l' ideale che per lui non mutava.