Pagina:Sotto il velame.djvu/418: differenze tra le versioni
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in quella dell'accidia quello della fortezza. Appena in questa è Dante, ecco: |
in quella dell'accidia quello della fortezza. Appena in questa è Dante, ecco:<ref>{{TestoCitato|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XVII#72|Purg. XVII 73}} segg.</ref> |
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O virtù mia, perchè si ti dilegue? |
O virtù mia, perchè si ti dilegue? |
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la possa delle gambe posta in tregue.</poem></div> |
la possa delle gambe posta in tregue.</poem></div> |
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Questa spossatezza lo conduce a chiedere un ragionamento al maestro: (2) |
Questa spossatezza lo conduce a chiedere un ragionamento al maestro:<ref>{{TestoCitato|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XVII#84|ib. 84}}.</ref> (2) |
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{{ms|font=0.7pc}}<poem>Se i piè si stanno, non stea tuo sermone.</poem></div> |
{{ms|font=0.7pc}}<poem>Se i piè si stanno, non stea tuo sermone.</poem></div> |
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Così l'anima si avvantaggerà della debolezza del corpo. Dante crede che Virgilio patisca anch'esso d'un po' d'accidia e che "lo troppo domandar" gli gravi, e perciò non apre il suo "timido" volere. |
Così l'anima si avvantaggerà della debolezza del corpo. Dante crede che Virgilio patisca anch'esso d'un po' d'accidia e che "lo troppo domandar" gli gravi, e perciò non apre il suo "timido" volere.<ref>{{TestoCitato|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XVIII#6|XVIII 5}} segg.</ref>. Nè è da omettere che il ragionamento si riduce poi |
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Ne e da omettere che il ragionamento si riduce poi |
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la quale è appunto il dono della fortezza. E la luna anche qui risplende "come un secchione che tutto arda", e così riporta il nostro pensiero alla selva e al sonno; al sonno della selva e al sonno del limbo; e Dante sta "come uom che sonnolento vana".<ref>{{TestoCitato|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XVIII#75|ib. 76}} segg.</ref> E gli esempi che sono ferza e gli esempi che sono freno, e gli atti degli accidiosi, si appuntano manifestamente nell'idea di fortezza. |
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la quale e appunto il dono della fortezza. E la luna |
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Nè meno chiara è la presenza del dono di pietà nella cornice dell'invidia: tanto più quando pensiamo che la pietà ci perfeziona nei doveri verso gli altri, come la fortezza in quelli verso noi, contro il timor |
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anche qui risplende " come un secchione che tutto |
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arda , e cosl riporta il nostro pensiero alia selva e |
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al sonno ; al sonno della selva e al sonno del limbo ; |
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e Dante sta " come uom che sonnolento vana . (4) |
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E gli esempi che sono ferza e gli esempi che sono |
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freno, e gli atti degli accidiosi, si appuntano mani- |
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festamente nell'idea di fortezza. |
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Ne meno chiara e la presenza del dono di pieta |
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nella cornice dell'invidia: tanto piu quando pensiamo |
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che la pieta ci perfeziona nei doveri verso gli altri, |
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come la fortezza in quelli verso noi, contro il timor |
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(i) Purg. XVII 73 segg. - (2) ib. 84. - (3) XVIII 5 segg. - |
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(4) ib. 76 segg. |