Il probabile falsificatore della Quaestio de aqua et terra/III: differenze tra le versioni

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Degna di speciale osservazione apparirà a tutti la chiusa. Il Moncetti non ha perduto il vezzo di fare delle predizioni; ma questa volta forse con maggior fondamento di quando profetò la peste mantovana, poichè è probabile che intenda alludere alla congiura del Morone, scoperta poco dopo, nell'ottobre del 1525. Ma l'anno successivo i documenti di Mantova ci permettono d'intravvedere una pratica del Moncetti che pone in chiaro sempre più la sua straordinaria ambizione. Per conseguire certe elevate cariche ecclesiastiche, egli voleva sfratarsi, e non avendo mancato di iniziare a quello scopo delle pratiche in Roma, appoggiato dal fido Marchese. Ecco quanto l'ambasciatore Francesco Gonzaga partecipava da Roma il 19 aprile 1526 al suo signore: "Circa quanto la mi scrive del desiderio che Ella havaria che il R.<sup>do</sup> Patre Fra Benedetto Moncetto fosse compiaciuto da N.S. di essere fatto prothonotario apostolico<ref>Il protonotariato apostolico era una dignità lucrosa, che nella gerarchia della prelatura consideravasi come la più onorevole dopo quella dei vescovi.Per informazioni particolari in proposito vedasi <small>MORONI</small>, ''Dizion. di erud. storico-ecclesiastica'', Vol LVI, ''s.v.''</ref>
 
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