Il probabile falsificatore della Quaestio de aqua et terra/III: differenze tra le versioni

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Il Moncetti si trovava allora in patria, angustiato dalla miseria. Non sapremmo immaginare cosa più ghiotta di questa lettera, in cui è difficile il dire se meglio predominino gli istinti dello scroccone o quelli del cerretano. Si notino le lodi che il frate fa dell'opera propria e le promesse rispetto alla sua predicazione futura, che vorrebbe avesse luogo in Mantova. Si noti il gran lavoro di turibolo per cattivarsi vieppiù la Gonzaga, e l'impudente richiesta della cavalcatura. Isabella fece rispondere da Benedetto Capilupo, con garbo, ma non senza freddezza, il 20 ottobre del '13: "Havemo con lieta fronte et con non mediocre piacere et satisfactione acceptata et lecta tutta la lettera et epistola et parte de l'opera de la R.<sup>da</sup> P.V. et factola legere a qualche valenthuomo, la quale è stata laudata sì come meritano le cose sue ....". Gliela rimandava insieme con una lettera commendatizia pel Bibbiena; ma nulla prometteva riguardo la stampa.
 
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