Asolani/Libro secondo/XXXIV: differenze tra le versioni
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Non si potea rattener Gismondo del dire, già tutto in su le lode d'Amore con le parole e con l'animo riscaldato, e tuttavia diceva, quando le trombe, che nelle feste della Reina le danze temperavano col lor suono, del palagio rimbombando, alla bella brigata dello incominciato festeggiare dieder segno. Per che, parendo a ciascuno di doversi partire, e levatisi, disse loro Gismondo: - Queste e altre cose assai per aventura, o mie donne, v'arebbono ragionato gli amanti uomini, se voi a dirvi di sopra quali sono gli amorosi diletti gli aveste chiesti e dimandati. E a me ora non picciolo spazio convien lasciare del mio aringo, che io correre non posso. Ma Lavinello, al quale tocca domane l'ultimo incarico de gli amorosi ragionamenti, dirà per me quello che io dire oggi compiutamente non ho potuto, come io volea; non voglio dire "dovea", ché io sapea bene non ci essere bastante -.<BR />
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