Frammenti (Saffo - Bustelli)/Vita di Saffo/III: differenze tra le versioni

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{{Qualità|avz=75%|data=31 agosto 2009|arg=poesie}}{{Intestazione letteraturaIncludiIntestazione}}{{capitolo
|Nome e cognome dell'autore=Saffo
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|Iniziale del titolo=F
|Nome della pagina principale=Frammenti
|Eventuale titolo della sezione o del capitolo=[[Frammenti/Vita di Saffo|Vita di Saffo]] - III. Quistione delle due Saffo
|Anno di pubblicazione =
|Secolo di pubblicazione=Antichità
|Il testo è una traduzione?=si
|Lingua originale del testo=greco
|Nome e cognome del traduttore=Giuseppe Bustelli
|Anno di traduzione=1863
|Secolo di traduzione=XIX secolo
|Abbiamo la versione cartacea a fronte?=no
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|CapitoloPrecedente=II. Quando fiorì Saffo
|NomePaginaCapitoloPrecedente=Frammenti (Saffo - Bustelli)/Vita di Saffo/II
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Più fiera quistione ardette tra filologi sulle due Saffo, l'una da Mitilene e l'altra da Ereso; ambedue città di Lesbo quistione forse inestricabile; nè lo stricarla appartiene a me non filologo. La Saffo d'Ereso, meretrice e poetessa fors'anco (lo accenna Suida), colla quale probabilmente fu scambiata la mitelense, nacque più tardi; e costei, più secondo il vero, amò disperatamente Faone, e saltò per lui da Leucade. Molti critici, forviati dalla poesia d'Ovidio (Eroidi, XV), recarono alla prima cotesto amore; e ammirasi il Visconti (il cui ragionamento qui reco in somma) come in siffatto svarione incappassero il Fabbricio, l'Hardion, il Bayle, il Barthélemy ed altrettanti dotti uomini. Ma gli scrittori più vicini a lei d'età, quando favellarono d'essa e degli amori e accadimenti suoi, tacquero della sciagurata fine: visibile indizio ch'ella dovesse altramente morire; e che Ovidio, per non conoscere l'altra Saffo, o perchè dal mescolare la grandezza dell'una colle calamità dell'altra vantaggiava la poesia, le confuse in una, e favoleggiò di lei come solevano i poeti e sogliono. Di fatto abbiamo recise testimonianze di più autori greci, Ninfi, Ateneo, Eliano, Suida, Apostolio (e due volte Fozio, nel Lessico, Voci Λευκάτης e Φάων; non potuto citare dal Visconti perchè venuto la prima volta a luce nel medesimo anno che l'Iconografia Greca, 1808): de' quali i due primi assai dotti, e raccoglitori delle opinioni raccettate dal meglio dei sapienti coetanei. Tutti costoro mantennero le due Saffo: se non che Suida scambiò il nome delle lor patrie, facendo mitilenea l'eresia ed eresia la mitilenea. La contraria sentenza s'ajuterebbe assai della testimonmianza di Menandro e Strabone (X), se costoro ricisamente significassero che parlano della poetessa famosa da Mitilene. Il perchè ne resta solo propugnatore Ovidio; seguito per alcuni poeti posteriori. Trarremo anche prove dal silenzio de' più vecchi scrittori. Là dove Erodoto parla di Saffo e della sua vita e delle opere, nulla di Faone e di Leucade; e verisimilmente il gittarsi da quel promontorio, non punto menzionato da Erodoto, non costumava per ancora, o almanco non era tornato in uso, al tempo dello scrittore (il quale curioso indagatore e narratore di simili particolari, nè taciuto l'avrebbe, nè trasandato di riandarne l'origine); massime perchè Strabone non seppe mai che altri saltasse innanzi al poeta Menandro, vissuto oltre tre secoli dopo Saffo e buon tratto dopo Erodoto. Il rimanente altresì del costui racconto dee sempre più convincere che Saffo non perisse di quella morte: perciocchè lo storico rammenta certi versi ond'ella proverbiò il fratello Carasso, quando costui riscattò e menò seco Rodope, regnando Amasi; che non governò prima del 570: cioè a dire dettolli in sui 50 anni. Ermesianatte, più antico poeta di Menandro, accennando in un'elegia sulle fragilità de' poeti celebri gli amori di Saffo con Anacreonte, tacque della funesta avventura; che sarebbe stato strano silenzio; confacendosi questa, meglio che ogni altro fatto della vita saffica, al proposito dell'elegia. In un epigramma di Antipatro da Sidone sulla tomba della Nostra, non un motto di cotal morte; ma in quello scambio si lascia credere che, passata essa di morte naturale, se le desse tomba in patria. Il solo [[Frammenti/Dieci Epigrammi dell'Antologia Greca per Saffo/VIII|epigramma]] rimastone di Pinito, antico poeta, è un epitaffio per lei: medesimamente nè qui, nè in più altri epigrammi dell'Antologia, lodativi di Saffo, non un motto nè indizio di Leucade. Tolomeo Efestione, nella storia del salto di Leucade, compendiataci da Fozio, punto non memora la Nostra: tace per vero anche di Saffo d'Efeso; ma costei, che non toccò mai la celebrità dell'altra, verisimilmente uscì di memoria all'autor dell'opera o del compendio. Servio ancora (Sopra l'Eneide, III, 374), accennando d'una femmina lanciatasi da Leucade per Faone, nè la nomina, nè mostra averla per chiara e riguardevole.
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