Pagina:Sotto il velame.djvu/268: differenze tra le versioni
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Dante aveva presente il ''Desine fata deum'' della Sibilla; aveva presente, sopra tutto il comento di Servio alle parole "verga fatale"; comento che si riduce a |
Dante aveva presente il ''Desine fata deum'' della Sibilla; aveva presente, sopra tutto il comento di Servio alle parole "verga fatale"; comento che si riduce a |
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richiamare il ''si te fata vacant''<ref>{{TestoCitato|Eneide/Libro sesto#375|''Aen'' VI 376. Serv. ''ad'' VI 409}}. E' richiamato il |
richiamare il ''si te fata vacant''<ref>{{TestoCitato|Eneide/Libro sesto#375|''Aen'' VI 376. Serv. ''ad'' VI 409}}. E' richiamato il verso146.</ref>. |
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Anche la forma "fata" è importante; come importantissimo è il notare che il verso |
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tare che il verso |
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è la traduzione d'un esametro virgiliano seguito a poca distanza dall'altro pur tenuto presente: (4) |
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poca distanza dalPaltro pur tenuto presente: (4) |
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unde haec... tibi tarn dira cupidof |
unde haec... tibi tarn dira cupidof |
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Desine fata deum flecti sperare. |
Desine fata deum flecti sperare. |