Differenze tra le versioni di "Pagina:Sotto il velame.djvu/267"
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Dante forse interpretava, prima di figgere la verga, |
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− | o forse, come egli ancora interpretava, prima di battere con essa alla porta, "sparge il corpo d'acqua recente". E Dante leggeva in Servio: "''Recenti; semper fluenti, dixit hoc propter paludem Stygiam''". Leggeva, o non aveva bisogno di leggere: "''spargit aqua; |
+ | o forse, come egli ancora interpretava, prima di battere con essa alla porta, "sparge il corpo d'acqua recente". E Dante leggeva in Servio: "''Recenti; semper fluenti, dixit hoc propter paludem Stygiam''". Leggeva, o non aveva bisogno di leggere: "''spargit aqua; purgat se nam impiatus (al.inquinatus) fuerat aspectu Tartari''". |
Dante si spiegava un po' grossamente quel lavacro lustrale: come se Enea fosse tinto dall'aria tinta, dall'aer grasso. E così fa che il suo Messo senta quella noia. Or come non è Enea che la {{pt|ri-|risente}} |
Dante si spiegava un po' grossamente quel lavacro lustrale: come se Enea fosse tinto dall'aria tinta, dall'aer grasso. E così fa che il suo Messo senta quella noia. Or come non è Enea che la {{pt|ri-|risente}} |