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e di Plato?" Lume non è se non vien dal sereno: anzi è tenebra. E da quali si diparte, chi passa l'Acheronte? Da quelli che non vollero entrare, vivendo, dalla porta aperta, dalla quale, morti, non possono uscire; da quelli che non vollero morire alla morte e perciò non possono ora morire della seconda morte. Il loro difetto di volere, il loro rifiuto di servirsi di ciò che era stato loro reso libero, e simile alla colpa di quelli in cui "l'irascibile fu destituito del suo ordine all'arduo": si chiama quindi ''infirmitas''. E' colpa, dunque, pari a quella dei fitti nel fango? Non uguale, ma simile. Non uguale, perchè
e di Plato? " Lume non e se non vien dal se-
quale arduo è una porta aperta? Che ci voleva per
reno: anzi e tenebra . E da quali si diparte, chi
passa P Acheronte? Da quelli che non vollero entrare,
salvarsi, a codesti ignavi, che non avevano avanti a sè
fiere verune? che non avevano impedimento nelle
vivendo, dalla porta aperta, dalla quale, morti, non
passioni nei tumulti esteriori? C'è tra loro
possono uscire; da quelli che non vollero morire alia
{{ms|font=0.7pc}}<poem>l'ombra di colui
morte e percio non possono ora morire della seconda
morte. II loro difetto di volere, il loro rifiuto di ser-
che fece per viltate il gran rifiuto.</poem></div>

virsi di cio che era stato loro reso libero, e simile

alia colpa di quelli in cui " 1'irascibile fu destituito
del suo ordine all' arduo : si chiama quindi infir-
mitas. E colpa, dunque, pari a quella dei fitti nel
fango? Non uguale, ma simile. Non uguale, perche
quale arduo e una porta aperta? Che ci voleva per
salvarsi, a codesti ignavi, che non avevano avanti a se
fiere verune? che non avevano impedimento ne nelle
passioni ne nei tumulti esteriori? C'e tra loro
I'ombra di colui
che fece per viltate il gran rifiuto.
Chi sia, Dante non dice; ma chiaramente ci dice
Chi sia, Dante non dice; ma chiaramente ci dice
ch' egli rifiuto di far cosa che poteva fare senza alcun
ch'egli rifiutò di far cosa che poteva fare senza alcun
suo pericolo, senza alcun suo danno, e con sommo
suo pericolo, senza alcun suo danno, e con sommo
suo onore e vantaggio. Quindi e da lasciar da parte,
suo onore e vantaggio. Quindi è da lasciar da parte,
anche per questa ragione, il santo eremita Pietro da
anche per questa ragione, il santo eremita Pietro da
Morrone. La vilta, la ignavia, la sciaurataggine delle
Morrone. La viltà, la ignavia, la sciaurataggine delle
ombre del vestibolo e un' infirmitas totale; come
ombre del vestibolo è un' ''infirmitas'' totale; come
totale e la ignoranza dei sospesi nel limbo. E questi
totale è la ignoranza dei sospesi nel limbo. E questi
e quelli sono tra loro riposti a tal norma: che i primi
e quelli sono tra loro riposti a tal norma: che i primi
ebbero quella totale infirmitas, non ostante che non
ebbero quella totale ''infirmitas'', non ostante che non
avessero punto d' ignorant ia ; i secondi questa total-
avessero punto d' ''ignorantia''; i secondi questa totalmente, sebbene quella niente affatto. Insomma gli
mente, sebbene quella niente affatto. Insomma gli
ignavi e i sospesi rappresentano gli effetti puri e
ignavi e i sospesi rappresentano gli effetti puri e
semplici del peccato originale, in se e per se, senza
semplici del peccato originale, in e per , senza