Giuseppe Aurelio Costanzo: differenze tra le versioni

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{{AutoreCitato|Giuseppe Aurelio Costanzo|G. AURELIO GOSTANZO}}
 
Un giorno, verso il 1869, in Napoli, mentre il buon {{AutoreCitato|Luigi Settembrini|Settembrini}}, uscito fuori di casa, si avviava, grave e rneditabondomeditabondo, verso l'Università, si vide d'un tratto, ad uno sbocco di via, fermato da un giovane sconosciuto, che, tutto umile e dimesso, gli offriva un volume. Gli succedeva tutti i giorni di assistere a questo spettacolo!
« Dopo altre poche parole — raccontava poco tempo appresso il grande critico — egli mi saluta e va via; ed io rimango col volume che mi pesa in sacca e con gli occhi suoi innanzi ai miei e per tutta la mattina vedevo sempre quegli occhi lucenti e mesti. Torno a casa. e con un po' di stizza apro il libro, comincio a leggere il primo sonetto, che mi afferra come un uncino; continuo a leggere, mi pare di ringiovanire e non chiudo il libro, se non la sera, quando lo ebbi letto tutto, e sono 350 pagine.
Quel giovane dagli occhi lucenti e mesti era G. Aurelio Costanzo e quel volume il primo volume de' suoi versi.