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Stazio<ref>{{TestoCitato|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXII#48|Purg. XXII 49}} seg.</ref> il quale dice ch'egli comprese, da un verso dell'Eneide, che l'appetito doveva essere retto, cioè governato e frenato, tanto nello spendere, quanto nel tenere: non ci dovevano essere nè pugni chiusi nè mani che aprano l'ali. |
Stazio<ref>{{TestoCitato|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXII#48|Purg. XXII 49}} seg.</ref> il quale dice ch'egli comprese, da un verso dell'Eneide, che l'appetito doveva essere retto, cioè governato e frenato, tanto nello spendere, quanto nel tenere: non ci dovevano essere nè pugni chiusi nè mani che aprano l'ali. |
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− | Ora se l'incontinenza è duplice, Dante la punì nell'inferno nelle sue due specie? Sì: chiaramente. Egli definisce l'incontinenza d'irascibile, quando nel Convivio parla della fortezza, dicendo ch'ella è "arme e freno a moderare l'audacia e la timidità nostra". L'audacia e la timidità sono subbiettivamente nell'irascibile<ref>Vedi ''Summa'' 1a 59, I e ''passim''; 1a 2ae 25, I e ''passim''.</ref>. |
+ | Ora se l'incontinenza è duplice, Dante la punì nell'inferno nelle sue due specie? Sì: chiaramente. Egli definisce l'incontinenza d'irascibile, quando nel Convivio parla della fortezza, dicendo ch'ella è "arme e freno a moderare l'audacia e la timidità nostra". L'audacia e la timidità sono subbiettivamente nell'irascibile<ref>Vedi ''Summa'' 1a 59, I e ''passim''; 1a 2ae 25, I e ''passim''.</ref>. Ora s'intende facilmente |