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che trasmodano per il troppo, anche quelli che trasmodano per il poco: "per la soperchievole astinenza". Egli, nella Comedia, dà a divedere che nella lussuria e nella gola l'astinenza non è mai soperchievole. Se pure questa astinenza egli non vede che porti ad altre reità, le quali siano punite altrove; poniamo, in quanto alia gola, nel cerchio degli avari; in quanto alia lussuria, nel girone ove è Brunetto. A ogni modo, l'astinenza per sè e in sè non condanna, se non nell'avarizia e nel peccato della palude |
che trasmodano per il troppo, anche quelli che trasmodano per il poco: "per la soperchievole astinenza". Egli, nella Comedia, dà a divedere che nella lussuria e nella gola l'astinenza non è mai soperchievole. Se pure questa astinenza egli non vede che porti ad altre reità, le quali siano punite altrove; poniamo, in quanto alia gola, nel cerchio degli avari; in quanto alia lussuria, nel girone ove è Brunetto. A ogni modo, l'astinenza per sè e in sè non condanna, se non nell'avarizia e nel peccato della palude |
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stigia. Nel quarto cerchio si peccò, pare, intorno a |
stigia. Nel quarto cerchio si peccò, pare, intorno a |
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liberalità<ref>{{TestoCitato|Convivio/Trattato quarto#CAPITOLO XVII|Conv. IV 17}}.</ref> "la quale è moderatrice del nostro dare |
liberalità<ref>{{TestoCitato|Convivio/Trattato quarto#CAPITOLO XVII|Conv. IV 17}}.</ref> "la quale è moderatrice del nostro dare e del nostro ricevere le cose temporali£. In verità vi è punito il mal dare e il mal tenere; e l'ontoso metro dei dannati e: Perchè tieni? e, Perchè burli?<ref>{{TestoCitato|Divina Commedia/Inferno/Canto VII#27|Inf. VII 25}} segg.</ref> |
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e del nostro ricevere le cose temporali . In verita |
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vi e punito il mal dare e il mal tenere; e 1'ontoso |
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Stazio<ref>{{TestoCitato|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXII#48|Purg. XXII 49}} seg.</ref> il quale dice ch'egli comprese, da un verso dell'Eneide, che l'appetito doveva essere retto, cioè governato e frenato, tanto nello spendere, quanto nel tenere: non ci dovevano essere nè pugni chiusi nè mani che aprano l'ali. |
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metro dei dannati e: Perche tieni? e, Perche burli? (2) |
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Ora se l'incontinenza è duplice, Dante la punì nell'inferno nelle sue due specie? Sì: chiaramente. Egli definisce l'incontinenza d'irascibile, quando nel Convivio parla della fortezza, dicendo ch'ella è "arme e freno a moderare l'audacia e la timidità nostra". L'audacia e la timidità sono subbiettivamente nell'irascibile<ref>Vedi ''Summa'' 1a 59, I e ''passim''; 1a 2ae 25, I e ''passim''.</ref>. ra s'intende facilmente |
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Stazio (3) il quale dice ch'egli comprese, da un verso |
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dell'Eneide, che 1'appetito doveva essere retto, cioe |
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governato e frenato, tanto nello spendere, quanto |
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nel tenere: non ci-dovevano essere ne pugni chiusi |
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ne mani che aprano 1'ali. |
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Ora se 1'incontinenza e duplice, Dante la puni |
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neirinferno nelle sue due specie? Si: chiaramente. |
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Egli definisce 1'incontinenza d' irascibile, quando nel |
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Convivio parla della fortezza, dicendo ch'ella e |
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" arme e freno a moderare 1'audacia e la timidity |
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nostra . L'audacia e la timidita sono subbiettiva- |
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mente nell' irascibile. (4) Ora s'intende facilmente |
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(i) C'onv. IV 17 - (2) Inf. VII 25 segg. - (3) Furg. XXII 49 |
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-) Vedi Snmma 1359, J e passim; la 2ae 25, i t- passim. |