Pagina:Sotto il velame.djvu/94: differenze tra le versioni
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di esse debbono invidiare il passaggio, senza ottenerlo. Sono queste gl'ignavi, che discosto dalla ripa corrono e corrono dietro la insegna. |
di esse debbono invidiare il passaggio, senza ottenerlo. Sono queste gl'ignavi, che discosto dalla ripa corrono e corrono dietro la insegna. |
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Perchè son respinte o lasciate là? Caron ne dice |
Perchè son respinte o lasciate là? Caron ne dice la ragione anche rispetto loro, quando respinge e lascia sulla ripa Dante: |
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<div style="margin-left: 5em; font-size:0.7pc"><poem>E tu che se' costi anima ''viva'', |
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la ragione anche rispetto loro, quando respinge e |
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lascia sulla ripa Dante: |
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E tu che se' costi anima viva, |
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perchè è vivo. E vivi sono gl'ignavi. Essi non usarono mai della libertà del volere, e quindi vivi non furono mai. Ma come non furono mai vivi, così non sono ora nemmeno morti. In verità <ref>{{TestoCitato|Divina Commedia/Inferno/Canto III#45|ib. 46}} segg.</ref> |
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<div style="margin-left: 5em; font-size:0.7pc"><poem>questi non hanno ''speranza di morte'', |
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perche e vivo. E vivi sono gl'ignavi. Essi non usa- |
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rono mai della liberta del volere, e quindi vivi non |
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furono mai. Ma come non furono mai vivi, cosi non |
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sono ora nemmeno morti. In verita (2) |
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questi non hanno speranza di morte, |
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e la lor cieca vita e tanto bassa |
e la lor cieca vita e tanto bassa |
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che invidiosi son d'ogni altra sorte. |
che invidiosi son d'ogni altra sorte.</poem></div> |
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Se non hanno speranza di morte, non sono morti: |
Se non hanno speranza di morte, non sono morti: di fatti la loro è vita, sebben cieca. |
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di fatti la loro e vita, sebben cieca. |
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(i) Inf. Ill 116 segg. - (2) ib. 46 |