Epistolario di Renato Serra/A Emilio Lovarini - 17 agosto 1903: differenze tra le versioni

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Ill'mo Sig.Professore,
 
le mie scuse anzi tutto per il ritardo vergognoso. Ella è stata così gentile con me ed io non le ho nè meno mandato subito una riga di ringraziamento per la noia che le ho procurato; ma Lei conosce già la mia maledetta pigrizia e non ne vorrà far caso. La ringrazio dunque delle correzioni molte, amorose, diligentissime che Ella ha voluto fare alle mie bozze; io Le ho, non c'è bsogno dirlo, accettate tutte, meno qualcuna di quelle aggiunte alle note, che non potevo fare lì per lì; ma provvederò per quando me le rimandino. Quanto alla nota, in cui faccio il suo nome, Ella vedrà se vada; quanto a me, quel che mi preme di rimetterle in memoria, si è che fin dalla prima stesura del lavoro io Le dissi del mio intendimento di citar Lei per le indicazioni fornitemi e per l'idea anche del lavoro; ed Ella fu che non volle. E sono contentissimo ora ch'Ella m'abbia permesso questa tenue pur troppo attestazione della mia stima e della mia gratitudine per Lei.<ref>Allude alla nota apposta a p.292 dell'articolo ''Su la pena dei dissipatori'': "Non posso tenermi dal dire che di più d'una di queste notizie son debitore alla cortesia del mio già professore Emilio Lovarini, che pur aveva pensato, prima di me, all'ipotesi che qui mi provo a svolgere".</ref>
 
Gradisca i miei saluti e una stretta di mano dal Suo obbl.mo.
 
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