Pagina:Zibaldone di pensieri IV.djvu/438: differenze tra le versioni

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<section begin=1 /><!--{{ZbPagina|2776}}-->all’imitare, ci sta a pigione. Or questo verbo in origine è formato e nato evidentemente dall’imitazione del suo soggetto, come ululo. E non è maraviglia, perciocché egli è vocabolo significativo d’un suono. Vedi p. {{ZbLink|2811}}. e lo Scap. in ???????. I latini hanno ululo, che certo è originalmente tutt’uno con ???????, ed è tanto piú semplice negli elementi. ????????, verbo difettivo o anomalo, è fatto per anadiplasiasmo da ??????, il <section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|2777}} quale non è già il suo tema, ma sibbene ????, onde ?????? come da ???? ????????, da ???? ??????, da ??? ?????, da ??? inusitato ????? poetico da ????? ???????? poetico da ??????? ?????????, da ????? inusitato ???????, da ????? ??????, da ??? ?????, da ????? (contratto ????) ????????. I latini hanno nosco senza l’anadiplasiasmo e senza il g. E qui pure si noti nel latino la conservazione dell’antichità. I greci medesimi dicono comunemente anche ???????. Ma il puro tema di questo verbo, ch’é ?????? e per sineresi ????? fatto da ??? (come i sopraddetti ???? ec)., da cui gli Eoli ???? (Vedi Lexic)., non si trova in tutta la grecità, e trovasi nel latino. Nel quale il verbo nosco è cosí regolare come i suoi uniformi, cresco, suesco, nascor, scisco e simili e in parte adolesco, exolesco, inolesco ec. pasco ec. Vedi la p.3688. sqq. E comparisce nel latino il g eolico ne’ composti di nosco, agnosco, cognosco, ignosco, dignosco (trovasi anche dinosco), prognosticum (sebben questa è voce tolta dal greco a dirittura, ai tempi di {{AutoreCitato|Marco Tullio Cicerone|Cic.}} o circa). Negli altri composti praenosco, internosco, il g non comparisce. Vedi p. {{ZbLink|3695}}. <section end=2 /><section begin=3 />{{ZbPagina|2778}} 4. Molti attivi di verbi che in greco non conservano se non il medio ???????-salio (in senso attivo, o passivo, o in ambedue), o il passivo, (in senso passivo o attivo ec). l’uno e l’altro, o parte dell’uno, parte dell’altro, (com’é ordinarissimo), segni certissimi di<section end=3 />
<section begin=1 /><!--{{ZbPagina|2776}}-->all’imitare, ci sta a pigione. Or questo verbo in origine è formato e nato evidentemente dall’imitazione del suo soggetto, come ululo. E non è maraviglia, perciocché egli è vocabolo significativo d’un suono. Vedi p. {{ZbLink|2811}}. e lo Scap. in ???????. I latini hanno ululo, che certo è originalmente tutt’uno con ???????, ed è tanto piú semplice negli elementi. ????????, verbo difettivo o anomalo, è fatto per anadiplasiasmo da ??????, il <section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|2777}} quale non è già il suo tema, ma sibbene ????, onde ?????? come da ???? ????????, da ???? ??????, da ??? ?????, da ??? inusitato ????? poetico da ????? ???????? poetico da ??????? ?????????, da ????? inusitato ???????, da ????? ??????, da ??? ?????, da ????? (contratto ????) ????????. I latini hanno nosco senza l’anadiplasiasmo e senza il g. E qui pure si noti nel latino la conservazione dell’antichità. I greci medesimi dicono comunemente anche ???????. Ma il puro tema di questo verbo, ch’é ?????? e per sineresi ????? fatto da ??? (come i sopraddetti ???? ec)., da cui gli Eoli ???? (Vedi Lexic)., non si trova in tutta la grecità, e trovasi nel latino. Nel quale il verbo nosco è cosí regolare come i suoi uniformi, cresco, suesco, nascor, scisco e simili e in parte adolesco, exolesco, inolesco ec. pasco ec. Vedi la p.3688. sqq. E comparisce nel latino il g eolico ne’ composti di nosco, agnosco, cognosco, ignosco, dignosco (trovasi anche dinosco), prognosticum (sebben questa è voce tolta dal greco a dirittura, ai tempi di {{AutoreCitato|Marco Tullio Cicerone|Cic.}} o circa). Negli altri composti praenosco, internosco, il g non comparisce. Vedi p. {{ZbLink|3695}}. <section end=2 /><section begin=3 />{{ZbPagina|2778}}
4. Molti attivi di verbi che in greco non conservano se non il medio ???????-salio (in senso attivo, o passivo, o in ambedue), o il passivo, (in senso passivo o attivo ec). l’uno e l’altro, o parte dell’uno, parte dell’altro, (com’é ordinarissimo), segni certissimi di<section end=3 />