Pagina:Zibaldone di pensieri VI.djvu/256: differenze tra le versioni

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<section begin=1 /><!--{{ZbPagina|3870}}--><noinclude>neralmente </noinclude>forse sarà creduto essere il suo originale, o una diversa forma di questo verbo. Per es. ''fluesco'' parrà venir da ''fluo''. Ma la desinenza in ''esco'' e non in ''isco'' (se già non fosse una variazione <section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|3871}} di pronunzia al contrario di ''callisco'' ch’é per ''callesco'', variazione che potrebbe anche avere avuto luogo in ''vivesco'' per ''vivisco''; ovvero un error di codici, come è creduto da alcuni quello di scriver ''vivesco'') dimostra un ''flueo-etum'', cioè un verbo diverso da fluo d’altro significato ec. ovvero un’altra forma dello stesso ''fluo'', al qual proposito Vedi la p.3868-9. E vedila ancora per ''tonesco'', se questo non è errore o varietà di pronunzia per ''tonisco'' da ''tonitum'' di ''tono is'' o di ''tono as ui''. Io dico che i verbi in ''sco'' regolarmente debbono avere, ed anticamente ebbero, il supino in ''itum'', e il perfetto in ''sci''. Che regolarmente non possano avere se non questi perfetti e supini, è chiaro. Che anticamente l’avessero infatti, sebben questo non è necessario, e la prima proposizione può stare senza questa seconda, e ben poterono i verbi in ''sco'', tutti o alcuni, esser difettivi anche anticamente; pure, almen quanto ad alcuni, si è già dimostrato altrove per quel che tocca al supino. Per ciò che spetta al perfetto gli esempi di fatto ne son piú rari. Vero è che i supini dimostrano i perfetti, secondo il detto altrove della formazion di quelli da questi. Ma eziandio un effettivo perfetto in ''sci'' vedilo in ''Callisco'' appo il Forcell (12 novembre 1823).
<section begin=1 /><!--{{ZbPagina|3870}}--><noinclude>neralmente </noinclude>forse sarà creduto essere il suo originale, o una diversa forma di questo verbo. Per es. ''fluesco'' parrà venir da ''fluo''. Ma la desinenza in ''esco'' e non in ''isco'' (se già non fosse una variazione <section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|3871}} di pronunzia al contrario di ''callisco'' ch’é per ''callesco'', variazione che potrebbe anche avere avuto luogo in ''vivesco'' per ''vivisco''; ovvero un error di codici, come è creduto da alcuni quello di scriver ''vivesco'') dimostra un ''flueo-etum'', cioè un verbo diverso da fluo d’altro significato ec. ovvero un’altra forma dello stesso ''fluo'', al qual proposito Vedi la p.3868-9. E vedila ancora per ''tonesco'', se questo non è errore o varietà di pronunzia per ''tonisco'' da ''tonitum'' di ''tono is'' o di ''tono as ui''.
Io dico che i verbi in ''sco'' regolarmente debbono avere, ed anticamente ebbero, il supino in ''itum'', e il perfetto in ''sci''. Che regolarmente non possano avere se non questi perfetti e supini, è chiaro. Che anticamente l’avessero infatti, sebben questo non è necessario, e la prima proposizione può stare senza questa seconda, e ben poterono i verbi in ''sco'', tutti o alcuni, esser difettivi anche anticamente; pure, almen quanto ad alcuni, si è già dimostrato altrove per quel che tocca al supino. Per ciò che spetta al perfetto gli esempi di fatto ne son piú rari. Vero è che i supini dimostrano i perfetti, secondo il detto altrove della formazion di quelli da questi. Ma eziandio un effettivo perfetto in ''sci'' vedilo in ''Callisco'' appo il Forcell (12 novembre 1823).