Pagina:Zibaldone di pensieri III.djvu/371: differenze tra le versioni

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<section begin=1 /><!--{{ZbPagina|1767}}-->{{ZbPensiero|1767/1}}La forza e la facilità e varietà dell’assuefazione sí nell’individuo, che nel genere umano, cresce sempre in proporzione ch’ella è cresciuta, appunto come il moto de’ gravi. Ecco tutto il progresso e dell’individuo e dello spirito umano. Questo pensiero è importantissimo, e in matematica o fisica non si può trovare piú giusta immagine di detti progressi, che il moto accelerato (22 settembre 1821).




{{ZbPensiero|1767/2}}Alla p.1583. Ho detto: tutti vedono, ma pochi osservano. Aggiungo, che basta talvolta annunziare una verità anche novissima, perché tutti quelli che hanno intendimento (escludo i pregiudizi ec. ec. ec). la riconoscano o certo la possano riconoscere subito, prima della dimostrazione. Questo ci accade le mille volte leggendo o ascoltando. Appena quella verità <section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|1768}} è trovata, tutti la conoscono, e pur nessuno la conosceva. Ed accade allo spirito umano, o all’individuo ordinariamente, che al primo accennarglisi una cosa ch’egli avea sotto gli occhi, ei la vede, e pur prima non la vedeva, cioè la vedeva, ma non l’osservava, ed era come non la vedesse. Questo è l’ordinario progresso de’ nostri lumi in tutto ciò che non appartiene alle scienze materiali, e bene spesso anche in queste (22 settembre 1821).
{{ZbPensiero|1767/1}}La forza e la facilità e varietà dell’assuefazione sí nell’individuo, che nel genere umano, cresce sempre in proporzione ch’ella è cresciuta, appunto come il moto de’ gravi. Ecco tutto il progresso e dell’individuo e dello spirito umano. Questo pensiero è importantissimo, e in matematica o fisica non si può trovare piú giusta immagine di detti progressi, che il moto accelerato (22 settembre 1821).
{{ZbPensiero|1767/2}}Alla p. {{ZbLink|1583}}. Ho detto: tutti vedono, ma pochi osservano. Aggiungo, che basta talvolta annunziare una verità anche novissima, perché tutti quelli che hanno intendimento (escludo i pregiudizi ec. ec. ec). la riconoscano o certo la possano riconoscere subito, prima della dimostrazione. Questo ci accade le mille volte leggendo o ascoltando. Appena quella verità <section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|1768}} è trovata, tutti la conoscono, e pur nessuno la conosceva. Ed accade allo spirito umano, o all’individuo ordinariamente, che al primo accennarglisi una cosa ch’egli avea sotto gli occhi, ei la vede, e pur prima non la vedeva, cioè la vedeva, ma non l’osservava, ed era come non la vedesse. Questo è l’ordinario progresso de’ nostri lumi in tutto ciò che non appartiene alle scienze materiali, e bene spesso anche in queste (22 settembre 1821).