Pagina:Zibaldone di pensieri III.djvu/236: differenze tra le versioni

Alebot (discussione | contributi)
m Edit by Alebot
Alebot (discussione | contributi)
m Edit by Alebot
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:
<section begin=1 /><!--{{ZbPagina|1542}}-->non sanno far nulla. Essi non hanno l’abito, e quindi la facoltà dell’applicazione, e dell’esecuzione propria ec. Perciò un uomo il quale (volendo seguitare l’esempio di sopra) abbia letto molti romanzi, e sia d’ottimo giudizio ec. ec. può benissimo non saperne né scrivere né concepire, perché non ha l’abito <section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|1543}} dell’applicazione, e del fissare la mente a tirar profitto coll’opera propria da quelle assuefazioni; non ha l’esercizio dello scrivere, né del pensare a questo fine, né del mirare a ciò nell’assuefarsi ec. ec. ec. non ha l’abito dell’attendere e del riflettere alle minuzie, ch’é necessario per assuefarsi a porre in opera le altre assuefazioni; non ha l’abito della fatica ec. E perciò molti ancora, anzi i piú, leggono anche moltissimo, non solo senza contrarne abilità d’eseguire (ch’é insomma abilità d’imitazione), ma neppur di pensare, e senza guadagnar nulla, né contrarre quasi verun’abitudine, cioè attitudine. Vedi p. {{ZbLink|1558}} (22. Agos. 1821).
<section begin=1 /><!--{{ZbPagina|1542}}-->non sanno far nulla. Essi non hanno l’abito, e quindi la facoltà dell’applicazione, e dell’esecuzione propria ec. Perciò un uomo il quale (volendo seguitare l’esempio di sopra) abbia letto molti romanzi, e sia d’ottimo giudizio ec. ec. può benissimo non saperne né scrivere né concepire, perché non ha l’abito <section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|1543}} dell’applicazione, e del fissare la mente a tirar profitto coll’opera propria da quelle assuefazioni; non ha l’esercizio dello scrivere, né del pensare a questo fine, né del mirare a ciò nell’assuefarsi ec. ec. ec. non ha l’abito dell’attendere e del riflettere alle minuzie, ch’é necessario per assuefarsi a porre in opera le altre assuefazioni; non ha l’abito della fatica ec. E perciò molti ancora, anzi i piú, leggono anche moltissimo, non solo senza contrarne abilità d’eseguire (ch’é insomma abilità d’imitazione), ma neppur di pensare, e senza guadagnar nulla, né contrarre quasi verun’abitudine, cioè attitudine. Vedi p. {{ZbLink|1558}} (22 agosto 1821).