Pagina:Zibaldone di pensieri I.djvu/172: differenze tra le versioni
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{{AutoreCitato|Demostene}}, e Longino dove parla di {{AutoreCitato|Marco Tullio Cicerone|Cicerone}} quando i latini scrittori senza nessunissima esitazione nata dall’esser di diversa lingua, parlavano e giudicavano degli scrittori greci. |
{{AutoreCitato|Demostene}}, e Longino dove parla di {{AutoreCitato|Marco Tullio Cicerone|Cicerone}} quando i latini scrittori senza nessunissima esitazione nata dall’esser di diversa lingua, parlavano e giudicavano degli scrittori greci. |
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{{ZbPensiero|44/2}}Anche in nostra lingua le mutazioni della pronunzia latina ec. hanno guasto parecchie parole, come da ''raucus ''espressivissima del suono che significa, ''roco'' che perde quasi tutta l’espressione. |
{{ZbPensiero|44/2}}Anche in nostra lingua le mutazioni della pronunzia latina ec. hanno guasto parecchie parole, come da ''raucus ''espressivissima del suono che significa, ''roco'' che perde quasi tutta l’espressione. |
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⚫ | {{ZbPensiero|44/4}}La costanza dei trecento alle Termopile e in particolare di quei due che Leonida voleva salvare, e non consentirono ma vollero evidentemente morire, come anche la solita gioia delle madri o padri Spartani (ma è piú notabile delle madri) in sentire i loro figliuoli morti per la patria, è similissima anzi egualissima a quella dei martiri e in particolare di quelli che potendo fuggire il martirio non vollero assolutamente desiderandolo come gli spartani desideravan |
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⚫ | {{ZbPensiero|44/4}}La costanza dei |