Pagina:Zibaldone di pensieri VI.djvu/238: differenze tra le versioni
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⚫ | e loro continuativi ''adnuto'', {{ZbPagina|3850}} '' renuto ''ec., è dimostrato ancora sí dagli altri suoi derivati, sí dal verbale ''nutus us'', ch’é fatto dal supino di ''nuo'', secondo la regola altrove assegnata della formazione di tali verbali della 4. declinazione. Del resto, come da νεύω si fece indubitatamente ''nuo'', cosí da γεύω poté bene e verisimilmente e secondo l’analogia, farsi ''guo'', di cui altrove. E viceversa ''nuo'' da νεύω come ''guo'' da γεύω. ec (8 novembre 1823). |
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<section begin=1 /><!--{{ZbPagina|3849}}--><noinclude><pagequality level="2" user="Alebot" /><div class="pagetext"> |
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⚫ | {{ZbPensiero|3850/1}} Alla p. 3760. Similmente a ''guo'' andato in disuso, fu preferito il suo continuativo ''gusto'', de’ quali verbi altrove. Similmente andò in disuso il verbo ''nuo'', restando il suo continuativo ''nuto'' (e i derivati ''nutus, gustus us'' ec. ne’ quali non avea luogo l’iato). Restarono ancora i suoi composti (vedi il pensiero precedente) perché l’iato nei non monosillabi è men duro e appariscente che ne’ monosillabi, giacché se in questi v’é l’iato, essendo essi d’una sillaba sola, son tutti formati d’un iato, e son quasi un puro iato essi stessi. Infatti l’osservazione della p. 3759. fine. - 3760. si verifica principalmente ne’ monosillabi, e di questi massimamente si deve intendere. Dove il tema monosillabo riceve un incremento restando l’iato, la voce benché non piú monosillaba, ha sempre men sillabe che la corrispondente ne’ verbi composti, e però l’iato in quella apparisce tuttavia ed offende maggiormente che in questa. Del resto essa talvolta, perito il tema, si è conservata, come ''noitum'' di ''noo, poitum'' di ''poo ''ec. bensí in queste e simili fu soppresso l’iato per contrazione, facendo ''notum, potum'' ec (8 novembre 1823). Vedi p. {{ZbLink|3881}}. {{ZbPagina|3851}} Alla p. 3758. margine. Se non si volesse che ''nubi-'' |
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⚫ | {{ZbPensiero|3850/1}} Alla p. 3760. Similmente a ''guo'' andato in disuso, fu preferito il suo continuativo ''gusto'', de’ quali verbi altrove. Similmente andò in disuso il verbo ''nuo'', restando il suo continuativo ''nuto'' (e i derivati ''nutus, gustus us'' ec. ne’ quali non avea luogo l’iato). Restarono ancora i suoi composti (vedi il pensiero precedente) perché l’iato nei non monosillabi è men duro e appariscente che ne’ monosillabi, giacché se in questi v’é l’iato, essendo essi d’una sillaba sola, son tutti formati d’un iato, e son quasi un puro iato essi stessi. Infatti l’osservazione della p. 3759. fine. - 3760. si verifica principalmente ne’ monosillabi, e di questi massimamente si deve intendere. Dove il tema monosillabo riceve un incremento restando l’iato, la voce benché non piú monosillaba, ha sempre men sillabe che la corrispondente ne’ verbi composti, e però l’iato in quella apparisce tuttavia ed offende maggiormente che in questa. Del resto essa talvolta, perito il tema, si è conservata, come ''noitum'' di ''noo, poitum'' di ''poo ''ec. bensí in queste e simili fu soppresso l’iato per contrazione, facendo ''notum, potum'' ec (8 novembre 1823). Vedi p. {{ZbLink|3881}}. |
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