Pagina:Zibaldone di pensieri VI.djvu/220: differenze tra le versioni

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e letteratura moderna, di filosofia ec.; circa la condizione in cui si troverebbe oggidí un grande e perfettamente colto ingegno italiano, la necessità che avrebbe di crearsi una lingua, di creare una letteratura ec., il come e quale gli converrebbe crearle, e con quali avvertenze ec. ec. tutto, con lievi e accidentali diversità intendo altresí dirlo degli spagnuoli. E viceversa la considerazione di questi può e dee molto servire, sí a noi, sí anche agli stranieri, per giudicare e formarsi una giusta idea dello stato d’Italia e degl’ingegni italiani (se ve ne fossero) rispetto alla lingua, letteratura, filosofia ec. Le lingue e letterature italiana e spagnuola, le piú conformi forse del mondo per mille altri titoli, come ho mostrato altrove (e cosí le nazioni ec)., lo sono altresí per la loro storia, e pel loro stato presente e passato ec. Ed altrimenti infatti non avrebbero avuto fra loro quelle conformità intrinseche che hanno, o certo non in tal grado, né cosí durevolmente ec. ec. </nowiki> (4 novembre 1823).




</noinclude>e letteratura moderna, di filosofia ec.; circa la condizione in cui si troverebbe oggidí un grande e perfettamente colto ingegno italiano, la necessità che avrebbe di crearsi una lingua, di creare una letteratura ec., il come e quale gli converrebbe crearle, e con quali avvertenze ec. ec. tutto, con lievi e accidentali diversità intendo altresí dirlo degli spagnuoli. E viceversa la considerazione di questi può e dee molto servire, sí a noi, sí anche agli stranieri, per giudicare e formarsi una giusta idea dello stato d’Italia e degl’ingegni italiani (se ve ne fossero) rispetto alla lingua, letteratura, filosofia ec. Le lingue e letterature italiana e spagnuola, le piú conformi forse del mondo per mille altri titoli, come ho mostrato altrove (e cosí le nazioni ec)., lo sono altresí per la loro storia, e pel loro stato presente e passato ec. Ed altrimenti infatti non avrebbero avuto fra loro quelle conformità intrinseche che hanno, o certo non in tal grado, né cosí durevolmente ec. ec. </nowiki> (4 novembre 1823).
{{ZbPensiero|3830/1}} Alla p. 3828. fine. Sicché di ciascun verbo in ''asco ''si può sicuramente dire che viene da un verbo della prima, e non d’altra coniugazione, della quale è segno caratteristico l’''a'' precedente la desinenza in ''sco''<nowiki>; e cosí rispettivamente dite de’ verbi </nowiki> {{ZbPagina|3831}} in ''esco'' ed ''isco ''ec (se pur non v’ha qualche verbo in ''sco'' che non sia incoativo, neppur per origine, (giacché per significato ed uso molti nol sono o nol sono sempre, come altrove dico) il quale sarebbe fuori del nostro discorso). ''Pasco'' è certamente da un antico ''pare'' da πάω (e non da βόσκω, come dubita il {{AutoreCitato|Forcellini}} in ''Pasco'' princip). come l’antico ''poo'' da πόω, e altri tali di cui altrove sparsamente ed insieme. Dimostralo sí la sua desinenza in ''asco'', sí il perfetto ''pavi'', affatto anomalo rispetto a ''pasco'' e rispetto alla sua coniugazione, cioè alla terza, perché tolto in prestito da quell’antico verbo della prima, di cui è proprio.


{{ZbPensiero|3830/1}} Alla p. 3828. fine. Sicché di ciascun verbo in ''asco ''si può sicuramente dire che viene da un verbo della prima, e non d’altra coniugazione, della quale è segno caratteristico l’''a'' precedente la desinenza in ''sco''<nowiki>; e cosí rispettivamente dite de’ verbi </nowiki> <section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|3831}} in ''esco'' ed ''isco ''ec (se pur non v’ha qualche verbo in ''sco'' che non sia incoativo, neppur per origine, (giacché per significato ed uso molti nol sono o nol sono sempre, come altrove dico) il quale sarebbe fuori del nostro discorso). ''Pasco'' è certamente da un antico ''pare'' da πάω (e non da βόσκω, come dubita il {{AutoreCitato|Forcellini}} in ''Pasco'' princip). come l’antico ''poo'' da πόω, e altri tali di cui altrove sparsamente ed insieme. Dimostralo sí la sua desinenza in ''asco'', sí il perfetto ''pavi'', affatto anomalo rispetto a ''pasco'' e rispetto alla sua coniugazione, cioè alla terza, perché tolto in prestito da quell’antico verbo della prima, di cui è proprio.<section end=2 /><noinclude>
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