Pagina:Zibaldone di pensieri VI.djvu/213: differenze tra le versioni

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poco gagliardamente si comunica ai lettori d’oggidí. Diversamente certo accadeva negli antichi (lo vediamo infatti anche oggi ne’ fanciulli e ne’ giovani ancora inesperti del mondo, o nella prima gioventú, quando ella, in pratica, ancor non filosofa, come tutti fanno nell’altre età, o dopo l’esperienza; cioè tutti oggi filosofano, quanto alla vita ec. chi in teoria e in pratica, chi in questa sola). Oggi anche gli antichi sommi poeti presto ci stancano e lasciano in secco, se e quando non sono che immaginosi, ancorché in questo medesimo sommi, straordinarii e pieni d’arte. Le poesie di Lord Byron molto piú e piú presto ci stufano e lascian freddi, per la grande uniformità che vi si sente, la quale può esser vera, e nascere da mancanza della vera e sottile arte poetica (sí bene e distintamente conosciuta e sí eccellentemente e maestrevolmente praticata dagli antichi); e può anche esser che sia apparente, e nasca solo dal continuo eccesso in ogni cosa, dalla continua intensità, dal continuo risalto {{ZbPagina|3823}} straordinario di ciascuna parte. Il che da un lato produce l’effetto dell’uniformità, e lo è veramente, in quanto è ''continuo eccesso'' ec. benché variato, quanto si voglia, ne’ suoi subbietti, qualità ec. Dall’altro lato stanca come l’uniformità, perché troppo affatica gli animi, che ben tosto non possono piú tener dietro all’entusiasmo del poeta, come la vista presto si stanca di colori tutti vivissimi, benché e belli e varii; e perché il molto ed ἀJρόον, sia pur bonissimo, presto sazia; come chi bee ad un tratto un boccale di liquore, ha subito estinta la sete, né perché tu gli offra altro liquore diverso e squisitissimo, ha voglia di gustarlo, ma egli ha perduto per allora la facoltà di provar piacere dal bere, e da’ grati liquori. Come nel corpo cosí nell’animo la facoltà la virtú di provar piacere è scarsa; bisogna risparmiarla, o ch’ella è ben tosto esaurita. Il corpo e l’animo cede e vien meno al soverchio piacere, come al soverchio dolore. Ben rare


</noinclude>poco gagliardamente si comunica ai lettori d’oggidí. Diversamente certo accadeva negli antichi (lo vediamo infatti anche oggi ne’ fanciulli e ne’ giovani ancora inesperti del mondo, o nella prima gioventú, quando ella, in pratica, ancor non filosofa, come tutti fanno nell’altre età, o dopo l’esperienza; cioè tutti oggi filosofano, quanto alla vita ec. chi in teoria e in pratica, chi in questa sola). Oggi anche gli antichi sommi poeti presto ci stancano e lasciano in secco, se e quando non sono che immaginosi, ancorché in questo medesimo sommi, straordinarii e pieni d’arte. Le poesie di Lord Byron molto piú e piú presto ci stufano e lascian freddi, per la grande uniformità che vi si sente, la quale può esser vera, e nascere da mancanza della vera e sottile arte poetica (sí bene e distintamente conosciuta e sí eccellentemente e maestrevolmente praticata dagli antichi); e può anche esser che sia apparente, e nasca solo dal continuo eccesso in ogni cosa, dalla continua intensità, dal continuo risalto <section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|3823}} straordinario di ciascuna parte. Il che da un lato produce l’effetto dell’uniformità, e lo è veramente, in quanto è ''continuo eccesso'' ec. benché variato, quanto si voglia, ne’ suoi subbietti, qualità ec. Dall’altro lato stanca come l’uniformità, perché troppo affatica gli animi, che ben tosto non possono piú tener dietro all’entusiasmo del poeta, come la vista presto si stanca di colori tutti vivissimi, benché e belli e varii; e perché il molto ed ἀJρόον, sia pur bonissimo, presto sazia; come chi bee ad un tratto un boccale di liquore, ha subito estinta la sete, né perché tu gli offra altro liquore diverso e squisitissimo, ha voglia di gustarlo, ma egli ha perduto per allora la facoltà di provar piacere dal bere, e da’ grati liquori. Come nel corpo cosí nell’animo la facoltà la virtú di provar piacere è scarsa; bisogna risparmiarla, o ch’ella è ben tosto esaurita. Il corpo e l’animo cede e vien meno al soverchio piacere, come al soverchio dolore. Ben rare<section end=2 /><noinclude>
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