Pagina:Zibaldone di pensieri III.djvu/373: differenze tra le versioni
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<noinclude>denza </noinclude>fra l’esterno e l’interno, fra la fisonomia e l’ingegno e le qualità naturali o abituali. Quindi è certo che tali animali hanno in effetto, se cosí posso dire, poco talento, e perciò poca assuefabilità (la quale si vede), ch’é tutt’uno col talento. |
<section begin=1 /><!--{{ZbPagina|1770}}--><noinclude>denza </noinclude>fra l’esterno e l’interno, fra la fisonomia e l’ingegno e le qualità naturali o abituali. Quindi è certo che tali animali hanno in effetto, se cosí posso dire, poco talento, e perciò poca assuefabilità (la quale si vede), ch’é tutt’uno col talento. |
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Alcuni di essi (o sieno individui o specie) possono anche avere tutta quella {{ZbPagina|1771}} vivacità, mobilità ec. che anche negli uomini (e molto piú nelle diverse specie di animali, le cui qualità possono ben diversamente combinarsi che non fanno nell’uomo) non hanno a fare col talento, e neppure con notabile immaginazione, anzi talvolta (come ne’ fanciulli) sono effetto e segno (o forse anche cagione) della mancanza di queste doti (22 settembre 1821). |
Alcuni di essi (o sieno individui o specie) possono anche avere tutta quella <section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|1771}} vivacità, mobilità ec. che anche negli uomini (e molto piú nelle diverse specie di animali, le cui qualità possono ben diversamente combinarsi che non fanno nell’uomo) non hanno a fare col talento, e neppure con notabile immaginazione, anzi talvolta (come ne’ fanciulli) sono effetto e segno (o forse anche cagione) della mancanza di queste doti (22 settembre 1821). |
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{{ZbPensiero|1770/1}}Gli antichi da proposizioni e premesse che conoscevano né piú né meno quanto noi, deducevano conseguenze contrarissime a quelle che noi ne tiriamo. Ciò mostra ch’essi non conoscevano i rapporti delle proposizioni, altrimenti non potressimo negare le loro conseguenze. Ma chi ci ha detto che noi li conosciamo meglio? Come lo sappiamo noi se non a forza di sillogismi? Giacché qualunque affermazione o negazione ha bisogno di sillogismo: e ciascun sillogismo contiene tanti sillogismi quanti sono i rapporti delle sue proposizioni fra loro. Cioè bisogna che l’uomo si persuada sempre con un sillogismo (benché tacito) che {{ZbPagina|1772}} se la tal cosa è, anche la tal altra dev’essere. Senza questi sillogismi intermedj, nessun sillogismo vale, e siccome questi ordinariamente si ommettono, o non son giusti, però infiniti sillogismi son falsi, perché non è vero il rapporto che noi, o non sillogizando punto, o falsamente sillogizzando, supponiamo fra la maggiore e la minore, fra queste e la conseguenza. |
{{ZbPensiero|1770/1}}Gli antichi da proposizioni e premesse che conoscevano né piú né meno quanto noi, deducevano conseguenze contrarissime a quelle che noi ne tiriamo. Ciò mostra ch’essi non conoscevano i rapporti delle proposizioni, altrimenti non potressimo negare le loro conseguenze. Ma chi ci ha detto che noi li conosciamo meglio? Come lo sappiamo noi se non a forza di sillogismi? Giacché qualunque affermazione o negazione ha bisogno di sillogismo: e ciascun sillogismo contiene tanti sillogismi quanti sono i rapporti delle sue proposizioni fra loro. Cioè bisogna che l’uomo si persuada sempre con un sillogismo (benché tacito) che <section end=2 /><section begin=3 />{{ZbPagina|1772}} se la tal cosa è, anche la tal altra dev’essere. Senza questi sillogismi intermedj, nessun sillogismo vale, e siccome questi ordinariamente si ommettono, o non son giusti, però infiniti sillogismi son falsi, perché non è vero il rapporto che noi, o non sillogizando punto, o falsamente sillogizzando, supponiamo fra la maggiore e la minore, fra queste e la conseguenza. |
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Qui potrei dimostrare che ogni sillogismo, cioè ogni atto ed ogni nozione della nostra ragione, avendo |
Qui potrei dimostrare che ogni sillogismo, cioè ogni atto ed ogni nozione della nostra ragione, avendo<section end=3 /> |