Pagina:Zibaldone di pensieri II.djvu/387: differenze tra le versioni

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di perfezione né di ricchezza (cosa che non accade a nessuna cosa umana che pur si possa chiamare degnamente perfetta); quando è costantissimo che nessuna lingua si perfeziona se non per mezzo della letteratura? e che la perfezione delle lingue dipende capitalmente dalla letteratura? (17 maggio 1821).
<section begin=1 /><!--{{ZbPagina|1059}}-->di perfezione né di ricchezza (cosa che non accade a nessuna cosa umana che pur si possa chiamare degnamente perfetta); quando è costantissimo che nessuna lingua si perfeziona se non per mezzo della letteratura? e che la perfezione delle lingue dipende capitalmente dalla letteratura? (17 maggio 1821).




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{{ZbPensiero|1059/2}} Non è egli un paradosso che la Religion Cristiana in gran parte sia stata la fonte dell’ateismo, o generalmente, della incredulità religiosa? Eppure io cosí la penso. L’uomo naturalmente non è incredulo, perché non ragiona molto, e non cura gran fatto delle {{ZbPagina|1060}} cagioni delle cose (Vedi p. 1055. ed altro pensiero simile, in altro luogo). L’uomo naturalmente per lo piú immagina, concepisce e crede una religione, cosa dimostrata dall’esperienza, nello stesso modo che immagina, concepisce e crede tante illusioni, ed alcune di queste, uniformi in tutti; laddove la religione è immaginata da’ diversi uomini ''naturali'' in diversissime forme. La metafisica che va dietro alle ragioni occulte delle cose, che esamina la natura, le nostre immaginazioni, ed idee ec.; lo spirito profondo e filosofico, e ragionatore, sono i fonti della incredulità. Ora queste cose furono massimamente propagate dalla religione Giudaica e Cristiana, che insegnarono ed avvezzarono gli uomini a guardar piú alto del campanile, a mirar piú giú del pavimento, insomma alla riflessione, alla ricerca delle cause occulte, all’esame
{{ZbPensiero|1059/2}} Non è egli un paradosso che la Religion Cristiana in gran parte sia stata la fonte dell’ateismo, o generalmente, della incredulità religiosa? Eppure io cosí la penso. L’uomo naturalmente non è incredulo, perché non ragiona molto, e non cura gran fatto delle <section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|1060}} cagioni delle cose (Vedi p. 1055. ed altro pensiero simile, in altro luogo). L’uomo naturalmente per lo piú immagina, concepisce e crede una religione, cosa dimostrata dall’esperienza, nello stesso modo che immagina, concepisce e crede tante illusioni, ed alcune di queste, uniformi in tutti; laddove la religione è immaginata da’ diversi uomini ''naturali'' in diversissime forme. La metafisica che va dietro alle ragioni occulte delle cose, che esamina la natura, le nostre immaginazioni, ed idee ec.; lo spirito profondo e filosofico, e ragionatore, sono i fonti della incredulità. Ora queste cose furono massimamente propagate dalla religione Giudaica e Cristiana, che insegnarono ed avvezzarono gli uomini a guardar piú alto del campanile, a mirar piú giú del pavimento, insomma alla riflessione, alla ricerca delle cause occulte, all’esame<section end=2 />