Pagina:Zibaldone di pensieri II.djvu/369: differenze tra le versioni
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<section begin=1 /><!--{{ZbPagina|1034}}-->settentrionale o no, si fosse stabilita veramente in Italia come lingua volgare e parlata, restando ancora la latina come scritta ec.; oggi noi parleremmo e scriveremmo quella o quelle tali lingue, e non una lingua derivata dalla latina. |
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Ma accadendo il contrario è manifesto che la lingua volgare d’Italia, fu senza interruzione latina; e se fu tale senza interruzione fino a noi, dunque fu senza interruzione quel latino volgare piú o meno alterato, che si parlava anticamente, e non già lo {{ZbPagina|1035}} scritto; dunque noi oggi parliamo una lingua derivata da esso volgare, e il cui fondo capitale appartiene, anzi è lo stesso che quello dell’antico volgare latino. |
Ma accadendo il contrario è manifesto che la lingua volgare d’Italia, fu senza interruzione latina; e se fu tale senza interruzione fino a noi, dunque fu senza interruzione quel latino volgare piú o meno alterato, che si parlava anticamente, e non già lo <section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|1035}} scritto; dunque noi oggi parliamo una lingua derivata da esso volgare, e il cui fondo capitale appartiene, anzi è lo stesso che quello dell’antico volgare latino. |
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Discorro allo stesso modo dello Spagnuolo e del francese. Se queste lingue sono volgari, e derivano dal latino, dunque dal latino parlato, e non dallo scritto; dunque dal latino volgare; dunque la lingua latina si stabilí nella Spagna e nella Francia come lingua parlata, e non solamente come lingua civile, governativa, letteraria (e cosí è infatti, e nella lingua francese restano pochissime parole Celtiche, nella spagnuola nessun vestigio dell’antica lingua di Spagna: Andrès, 2. 252).; dunque il volgare latino piú o meno alterato da mescolanza straniera, si mantenne senza interruzione in Ispagna e in Francia (siccome in Valacchia) dalla sua prima introduzione, sino al nascimento della lingua spagnuola e francese, e per mezzo di queste sino al dí d’oggi. Dell’antica origine della presente lingua spagnuola, e come i piú vecchi monumenti che ne restano, siano, come quelli della lingua provenzale, francese ec. conformissimi al latino, Vedi un esempio recato in quella lingua dall’Andrès 2.286.fine. |
Discorro allo stesso modo dello Spagnuolo e del francese. Se queste lingue sono volgari, e derivano dal latino, dunque dal latino parlato, e non dallo scritto; dunque dal latino volgare; dunque la lingua latina si stabilí nella Spagna e nella Francia come lingua parlata, e non solamente come lingua civile, governativa, letteraria (e cosí è infatti, e nella lingua francese restano pochissime parole Celtiche, nella spagnuola nessun vestigio dell’antica lingua di Spagna: Andrès, 2. 252).; dunque il volgare latino piú o meno alterato da mescolanza straniera, si mantenne senza interruzione in Ispagna e in Francia (siccome in Valacchia) dalla sua prima introduzione, sino al nascimento della lingua spagnuola e francese, e per mezzo di queste sino al dí d’oggi. Dell’antica origine della presente lingua spagnuola, e come i piú vecchi monumenti che ne restano, siano, come quelli della lingua provenzale, francese ec. conformissimi al latino, Vedi un esempio recato in quella lingua dall’Andrès 2.286.fine. |
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Conchiudo. Se la lingua italiana, ch’é volgare, è derivata dal latino, ella dunque non può essere {{ZbPagina|1036}} derivata dal latino scritto sí diverso dal parlato, ma dirittamente viene dall’antico volgare latino, ed è |
Conchiudo. Se la lingua italiana, ch’é volgare, è derivata dal latino, ella dunque non può essere <section end=2 /><section begin=3 />{{ZbPagina|1036}} derivata dal latino scritto sí diverso dal parlato, ma dirittamente viene dall’antico volgare latino, ed è<section end=3 /> |