Pagina:Zibaldone di pensieri II.djvu/217: differenze tra le versioni

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ponga mente, converrà in questo: giacché in fatti una parola, uno scrittore barbaro ordinarissimamente sono conformi all’uso di quel tempo, lo seguono, ne derivano, e cosí accade oggidí nella lingua italiana. Di piú, nessun secolo sarebbe mai, o sarebbe {{ZbPagina|820}} mai stato barbaro per nessuna lingua. Al piú si potrebbe dire se quella lingua di quel tal secolo fosse piú o meno bella, ricca, buona, ec. confrontando fra loro i secoli di una stessa lingua, come si confrontano le diverse lingue fra loro, delle quali se questa o quella si giudica men pregevole, non perciò si giudica barbara. Anzi si chiamerebbe barbara se contro l’indole sua, volesse adottare e accomodarsi all’andamento di una lingua migliore piú bella ec. come se la lingua inglese volesse adottare le forme della greca ec. Insomma barbarie in qualunque lingua non è né la mancanza di qualsivoglia pregio, né quello che contraddice all’uso corrente, ma quello solo che contraddice all’indole sua primitiva, per conservar la quale ella deve conservarsi anche meno pregevole, se tale è la sua natura, perché i pregi essendo relativi, sarebbe vizio e bruttezza in lei, quello ch’é virtú e bellezza in un’altra, se si oppone alla sua natura in cui consiste la perfezion vera {{ZbPagina|821}} (benché relativa) non solo di una llngua, ma di ciascuna cosa che sia.
<section begin=1 /><!--{{ZbPagina|819}}-->ponga mente, converrà in questo: giacché in fatti una parola, uno scrittore barbaro ordinarissimamente sono conformi all’uso di quel tempo, lo seguono, ne derivano, e cosí accade oggidí nella lingua italiana. Di piú, nessun secolo sarebbe mai, o sarebbe <section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|820}} mai stato barbaro per nessuna lingua. Al piú si potrebbe dire se quella lingua di quel tal secolo fosse piú o meno bella, ricca, buona, ec. confrontando fra loro i secoli di una stessa lingua, come si confrontano le diverse lingue fra loro, delle quali se questa o quella si giudica men pregevole, non perciò si giudica barbara. Anzi si chiamerebbe barbara se contro l’indole sua, volesse adottare e accomodarsi all’andamento di una lingua migliore piú bella ec. come se la lingua inglese volesse adottare le forme della greca ec. Insomma barbarie in qualunque lingua non è né la mancanza di qualsivoglia pregio, né quello che contraddice all’uso corrente, ma quello solo che contraddice all’indole sua primitiva, per conservar la quale ella deve conservarsi anche meno pregevole, se tale è la sua natura, perché i pregi essendo relativi, sarebbe vizio e bruttezza in lei, quello ch’é virtú e bellezza in un’altra, se si oppone alla sua natura in cui consiste la perfezion vera <section end=2 /><section begin=3 />{{ZbPagina|821}} (benché relativa) non solo di una llngua, ma di ciascuna cosa che sia.


Da queste osservazioni particolari; facili, chiare, e di cui tutti convengono, salite dunque ad una piú generale, ma tanto vera quanto le precedenti, e che non si può negare se queste si riconoscono, e concedono. Che cosa è barbarie nell’uomo? Quello che si oppone all’uso corrente? Dunque nessun popolo, nessun secolo barbaro. Barbarie è quel solo che si oppone alla natura primitiva dell’uomo. Ora domando io se i nostri costumi, istituti, opinioni ec. presenti sarebbero stati {{pt|com-|compatibili }}
Da queste osservazioni particolari; facili, chiare, e di cui tutti convengono, salite dunque ad una piú generale, ma tanto vera quanto le precedenti, e che non si può negare se queste si riconoscono, e concedono. Che cosa è barbarie nell’uomo? Quello che si oppone all’uso corrente? Dunque nessun popolo, nessun secolo barbaro. Barbarie è quel solo che si oppone alla natura primitiva dell’uomo. Ora domando io se i nostri costumi, istituti, opinioni ec. presenti sarebbero stati {{pt|com-|compatibili }}<section end=3 />