Pagina:Zibaldone di pensieri II.djvu/38: differenze tra le versioni

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''a se Romam urbem gloriaretur''. Che vada letto ''qui'' per ''quae'' non par da dubitare, e sarà già osservato. Ma e cosí, {{ZbPagina|496}} e in ogni modo, come avea da restare alcuno ''in'' quella gente, se questa era tutta distrutta? Leggo: ''ex ea gente: acciò non restasse nessuno'' DI ''quella gente''. Chiunque ha senso o di latinità o solamente di ragione, conoscerà che la preposizione ''in'' qui non ha luogo (12 gennaio 1821).
<section begin=1 /><!--{{ZbPagina|495}}-->''a se Romam urbem gloriaretur''. Che vada letto ''qui'' per ''quae'' non par da dubitare, e sarà già osservato. Ma e cosí, <section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|496}} e in ogni modo, come avea da restare alcuno ''in'' quella gente, se questa era tutta distrutta? Leggo: ''ex ea gente: acciò non restasse nessuno'' DI ''quella gente''. Chiunque ha senso o di latinità o solamente di ragione, conoscerà che la preposizione ''in'' qui non ha luogo (12 gennaio 1821).




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{{ZbPensiero|496/2}} Dicono e suggeriscono che volendo ottener dalle donne quei favori che si desiderano, giova prima il ber vino, ad oggetto di rendersi coraggioso, non curante, pensar poco alle conseguenze, e se non altro brillare nella compagnia coi vantaggi della disinvoltura. Voltaire consiglia scherzosamente di bere, per dimenticare o liberarsi dall’amore. {{ZbPagina|497}} ''Ou bien buvez: c’est un parti fort sage. ''Non so quanto bene. Il vino, ossia la forza del corpo, come ho detto altrove, ed è vero, sebbene inclini all’allegrezza, e sopisca i dolori dell’animo, contuttociò dà risalto alle passioni dominanti o abituali di ciascheduno. Bensí le rallegrerà, e darà speranza anche allo sventurato o disperato in amore. Vedi p. 501 capoverso 1
{{ZbPensiero|496/2}} Dicono e suggeriscono che volendo ottener dalle donne quei favori che si desiderano, giova prima il ber vino, ad oggetto di rendersi coraggioso, non curante, pensar poco alle conseguenze, e se non altro brillare nella compagnia coi vantaggi della disinvoltura. Voltaire consiglia scherzosamente di bere, per dimenticare o liberarsi dall’amore. <section end=2 /><section begin=3 />{{ZbPagina|497}} ''Ou bien buvez: c’est un parti fort sage. ''Non so quanto bene. Il vino, ossia la forza del corpo, come ho detto altrove, ed è vero, sebbene inclini all’allegrezza, e sopisca i dolori dell’animo, contuttociò dà risalto alle passioni dominanti o abituali di ciascheduno. Bensí le rallegrerà, e darà speranza anche allo sventurato o disperato in amore. Vedi p. 501 capoverso 1




{{ZbPensiero|497/1}} ''Favella'' e ''favellare'' derivano evidentemente da ''fabula ''e ''fabulari'' mutato al solito il ''b'' in ''v'', come da ''fabula'' diciamo pure favola; onde è come se dicessimo ''fabella'' e ''fabellare''. Qui non c’é niente di notabile o strano: la cosa va da se, e sarà stata notata
{{ZbPensiero|497/1}} ''Favella'' e ''favellare'' derivano evidentemente da ''fabula ''e ''fabulari'' mutato al solito il ''b'' in ''v'', come da ''fabula'' diciamo pure favola; onde è come se dicessimo ''fabella'' e ''fabellare''. Qui non c’é niente di notabile o strano: la cosa va da se, e sarà stata notata<section end=3 />