Pagina:Aristofane - Commedie, Venezia 1545.djvu/164: differenze tra le versioni

 
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;Dionisio: Per Apolline, et tirar corezze ne la bocca à Thalamace, e cagare adosso à li compagni, et riuscendo spogliar acluno, adesso egli contradice, e non piu remiga, se non che hor quà, hor là egli naviga.
;Dionisio: Per Apolline, et tirar corezze ne la bocca à Thalamace, e cagare adosso à li compagni, et riuscendo spogliar acluno, adesso egli contradice, e non piu remiga, se non che hor quà, hor là egli naviga.
;Euripide: Di che mali non egli è causa? non mostra costui i lenoni, e donne che ne li sacrificij partoriscono, e meschiate con i fratelli, e che dicono ch'el vivere non è vivere? per queste cose la cita nostra è ripiena da serivani di buffoni, forfanti, simie, che ingannano il popolo sempremai, e indi niuno può portar lampadi à torno per non esservi usato.
;Euripide: Di che mali non egli è causa? non mostra costui i lenoni, e donne che ne li sacrificij partoriscono, e meschiate con i fratelli, e che dicono ch'el vivere non è vivere? per queste cose la cita nostra è ripiena da serivani di buffoni, forfanti, simie, che ingannano il popolo sempremai, e indi niuno può portar lampadi à torno per non esservi usato.
;Dionisio: Per Giove non, però io son esicato ne li Panatenei, ridendo, e quando ivi è alcun huomo tardo di natura, richinatosi, bianco, graffo, abandonato, fa
;Dionisio: Per Giove non, però io son esicato ne li Panatenei, ridendo, e quando ivi è alcun huomo tardo di natura, richinatosi, bianco, graffo, abandonato, fa <includeonly>cente gravi cose: Che poi i boccalari contra le porte gli percuottono la panza, i fianchi, e le natighe. questo altro sendo battuto ne le piazze, pettegiatoli dietro ci enfia la lampade e fig'.</includeonly>