Pagina:Aristofane - Commedie, Venezia 1545.djvu/156: differenze tra le versioni
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ben à costui: però potrà dire, che (perche cosi pare à te) ciò bisogna fare. |
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;Dionisio: Horsu qualch'un mi porti incenso, e fuogo, che supplicherò, che questo certame, nanti a li sofismati sapientissimamente sia giudicato, e voi lodate le muse con alcun canto. |
;Dionisio: Horsu qualch'un mi porti incenso, e fuogo, che supplicherò, che questo certame, nanti a li sofismati sapientissimamente sia giudicato, e voi lodate le muse con alcun canto. |
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;Coro: O nove virgini di Giove, muse caste, le quali riguardate i parlari tenui, li prudenti intelletti de le openioni de gli huomini, quando perveneno in contentione con acuti cogitationi, e con certami perversi contradicendo: venete à vedere la potentia de le gravissime lingue. dateli le parole con le sectioni sue. imperò che hormai di questo certame grande di sapientia veneremo à le mani. |
;Coro: O nove virgini di Giove, muse caste, le quali riguardate i parlari tenui, li prudenti intelletti de le openioni de gli huomini, quando perveneno in contentione con acuti cogitationi, e con certami perversi contradicendo: venete à vedere la potentia de le gravissime lingue. dateli le parole con le sectioni sue. imperò che hormai di questo certame grande di sapientia veneremo à le mani. |
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;Dionisio: Hor suplica à questi toi dei proprij. |
;Dionisio: Hor suplica à questi toi dei proprij. |
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;Euripide: O aere mio nutrimento, e rivolution de la lingua, ò prudentia, e ò nasi odorativi aiutatemi, che io possa arguire i parlari, che io hò ne le mani. |
;Euripide: O aere mio nutrimento, e rivolution de la lingua, ò prudentia, e ò nasi odorativi aiutatemi, che io possa arguire i parlari, che io hò ne le mani. |
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;Coro: Et noi desideriamo sentire un bel modo di parlare da gli huomini sapientissimi, e poi la via del sa |
;Coro: Et noi desideriamo sentire un bel modo di parlare da gli huomini sapientissimi, e poi la via del {{pt|sa-|pere: certamente la loro lingua è sbigottita, et la superbia gli manca, e le menti gli sono mobili. è dunque l'honesto aspettare costui, che alcuna cosa civile, e astuta è per dire: e quell'altro, che sforzasi da i parlari naturalmente difficili, ne li quali egli incorre, dispergere la gran suttilità de le parole.}} |