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3° La permissione delle carni, ova, e latticinj si limita all'unica comestione, non alla piccola colazione tollerata alla sera, che deve essere di cibi rigorosamente magri; né sono permesse fuori di pranzo le bevande miste col latte; eccettuate pur qui le Domeniche.
4° È sempre rigorosamente proibita anche nelle Domeniche la promiscuità di carne, e pesce: la quale prescrizione, come l'altra di valersi della dispensa solo nell'unica comestione, dichiarò {{AutoreCitato|Papa Benedetto XIV|Benedetto XIV}}, che obbliga gravemente.
5° Finalmente si avverte, che chi fosse per giuste cause dispensato dall'obbligo dell'astinenza si guardi bene dal farsi complice della violazione del precetto riguardo agli altri di famiglia e i domestici, col pretesto, spesso suggerito dall'avarizia, del maggior dispendio: perché in ogni caso non dee esserne giudice il Capo di famiglia, ma il Parroco, o Confessore, alla cui coscienza rimetto il giudizio. ''I medici poi'', dice S. Carlo Borromeo, ''si rammentino di provvedere all'altrui sanità corporale in modo, che non si scordino di quella assai più importante dell'anima; e si guardino perciò dal non partecipare alle altrui colpe colla troppa facilità di permettere l'uso dei cibi proibiti'' a chi è impassibile in Carnevale, e subito malato in Quaresima.
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