Pagina:Zibaldone di pensieri I.djvu/445: differenze tra le versioni
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{{ZbPagina|360}} o difficile; ti svaniscono quelle incertezze, quelle difficoltà ec. e tu sei costretto a non vedere e dimenticare quello che vedevi, a contraddire e condannare te stesso, anzi sovente a vedere e non vedere, ricordarti e dimenticare nello stesso tempo. Tale è la proprietà non solo dell’eloquenza che strascina, ma anche di quella secca eloquenza, fondata sopra uno stretto ragionamento, e una dialettica per lo più ingannatrice (se non quanto al tutto, almeno quanto alle parti): eloquenza della quale fra gli antichi sono modelli i così detti Oratori attici, fra i moderni (parlo almeno degli oratori di professione) forse il solo Bourdaloue, oratore veramente e propriamente attico, il quale convince l’uomo di cose non sempre vere, se non altro, non interamente vere. |
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(27. Nov. 1820.) |
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L’uomo senza la cognizione di una favella, non può concepire l’idea di un numero determinato. Immaginatevi di contare trenta o quaranta pietre, senz’avere una denominazione da dare a ciascheduna, vale a dire, una, due, tre, {{ZbPagina|361}} |
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⚫ | fino all’ultima denominazione, cioè trenta o quaranta, la quale contiene la somma di tutte le pietre, e desta un’idea che può essere abbracciata tutta in uno stesso tempo dall’intelletto e dalla memoria, essendo complessiva ma definita ed intera. Voi nel detto caso, non mi saprete dire, né concepirete in nessun modo fra voi stesso la quantità precisa delle dette pietre; perché quando siete arrivato all’ultima, per sapere e concepire detta quantità, bisogna che l’intelletto concepisca, e la memoria abbia presenti in uno stesso momento tutti gl’individui di essa quantità, la qual cosa è impossibile all’uomo. Neanche giova l’aiuto dell’occhio, perché volendo sapere il numero di alcuni oggetti presenti, e non sapendo contarli, è necessaria la stessa operazione simultanea e individuale della memoria. E cosí se tu non sapessi fuorché una sola denominazione numerica, e contando non potessi dir altro che uno, uno, uno; per quanta attenzione vi ponessi, affine di raccogliere progressivamente coll’animo e la memoria, la somma precisa di queste unità, fino all’ultimo; tu saresti sempre nello stesso caso. Cosí se non sapessi altro che due denominazioni ec. Eccetto una piccolissima quantità, come cinque o sei, che la memoria e l’intelletto può concepire senza favella, perché arriva ad aver presenti simultaneamente tutti i pochi individui di essa quantità. |
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{{ZbPensiero|x}}Non eadem omnibus esse honesta atque turpia, sed omnia maiorum institutis iudicari. Corn. Nep. praef. |
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(27. Nov. 1820.) |
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