Il Guerriero Prudente di Galeazzo Gualdo Priorato e gli Aforismi dell'Arte Bellica di Raimondo Montecuccoli: differenze tra le versioni

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Ottenuta la vittoria, non dimenticare di render grazie a Dio, seppellire i morti, pubblicar la
prosperità del successo, esagerarlo, proseguirlo, incalzar le reliquie dell’esercito battuto, metter terrore nel paese col fuoco, col ferro, col sacco, usar minaccie, forza, lusinghe, sollevare i popoli, guadagnare i collegati, corrompere gli amici, espugnar piazze, piantar fermo il piede, divider l’esercito a più imprese in un tratto, non dare il guasto a provincie, che hai in animo di mantenerti in proprietà, o in quartiere.
 
l’esercito a più imprese in un tratto, non dare il guasto a provincie, che hai in animo di mantenerti in
proprietà, o in quartiere. Dove la sorte si fosse mostrata avversa, non si perda il coraggio, ma badisi
a ritirar le reliquie dell’esercito, a rammassar le sbandate, a porre in armi le genti del paese, a far nuove levate, a gettarle dentro i luoghi forti, a provedere i passi, le frontiere e le piazze; a tagliar le selve, a rompere i ponti, inondar le campagne, ricorrere alle forze ausiliarie. In caso poi di ritirata si raccolgano le forze nel campo o in luogo vicino, s’invada la piazza più considerevole, s’ardano i bagagli, si rifacciano i passi preoccupati, si muniscano i luoghi stretti, si sacrifichi parte della retroguardia alla salute del resto, si proceda in quattro o cinque corpi, si carichi a testa bassa il
nemico, si tendano imboscate, si marci speditamente in colonne, né si dispongano le file in
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Nel Guerriero Prudente e negli Aforismi dell’Arte Bellica si riflettono per la parte voluta, più o meno, dall’argomento, le discipline politiche e militari, professate nel secolo decimosettimo.
 
Risultano, se così si può dire, dalla quintessenza delle scienze degli antichi, corroborata di mano ininmano dall’esperienza de’ moderni.
 
mano dall’esperienza de’ moderni. E gli scrittori, che le trattano, erano non già due dilettanti, ma
due valorosi, che alla teorica avevano saputo accoppiare in bell’accordo la pratica. In pochi uomini
due valorosi, che alla teorica avevano saputo accoppiare in bell’accordo la pratica. In pochi uomini è dato incontrare tanta somiglianza di natali, di studii, d’inclinazioni, di vicende, d’occupazioni e diciamo anche di scritti, quanto in Galeazzo Gualdo e in Raimondo Montecuccoli. Patrizi entrambi, l’uno di Vicenza, l’altro di Modena, esercitarono entrambi la penna a un tempo e la spada.
diciamo anche di scritti, quanto in Galeazzo Gualdo e in Raimondo Montecuccoli. Patrizi entrambi,
l’uno di Vicenza, l’altro di Modena, esercitarono entrambi la penna a un tempo e la spada.
 
Devoti l’uno e l’altro agli stranieri, che con la libertà avevano soffocato nella Penisola ogni sentimento di dignità nazionale, fanno parte anch’essi a quegli Italiani fuor d’Italia, che si moltiplicarono senza paragone nel secolo decimo settimo, e la cui storia piena e magnifica era ne’ voti di Cesare Balbo7.
dignità nazionale, fanno parte anch’essi a quegli Italiani fuor d’Italia, che si moltiplicarono senza
paragone nel secolo decimo settimo, e la cui storia piena e magnifica era ne’ voti di Cesare Balbo7.
 
L’età stessa fu in essi contemporanea; uguale, puossi dire, il numero degli anni, vissuti dall’uno e dall’altro; comuni talvolta le fazioni, a cui presero parte. Il Gualdo, morto nel 1678, in età di settantadue anni, militò nelle Fiandre, in Francia, in Germania e in Turchia sotto le bandiere del principe d’Oranges, dell’Altariva, del conte di Mansfeld, dell’Horn e del Vallenstein; il Montecuccoli, vissuto dal 1608 al 1681, fece campo al suo valore la Slesia, i Paesi Bassi, il Magdeburg, la Sassonia, l’Alsazia, la Baviera, la Boemia, la Franconia, l’Iutland, l’Holstein, il Mecklemburg, la Pomerania, la Polonia, l’Ungheria e la Transilvania.
Magdeburg, la Sassonia, l’Alsazia, la Baviera, la Boemia, la Franconia, l’Iutland, l’Holstein, il Mecklemburg, la Pomerania, la Polonia, l’Ungheria e la Transilvania.
 
D’entrambi si giovarono talvolta e quasi ad un tempo gli stessi generali e gli stessi principi, il Wallenstein cioè, Maria Cristina di Svezia, Ferdinando terzo e Leopoldo primo imperatori di Germania; né l’uno né l’altro, comunque distratti dall’amor della gloria e dalla speranza degli onori e de’ premi, seppero
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da’ quali fu animato per una gran parte degli anni, non tolsero al Gualdo d’attendere con alacrità fors’anco maggiore ad altri studi. I più de’ suoi scritti, maravigliosamente copiosi, trattano di materie alquanto diverse dall’arte militare. Vi primeggiano sopra tutto la storia, la politica e talvolta
anche la statistica, nella quale il Gualdo fu de’ primi a porgere relazioni copiose e ordinate a
espresso scopo scientifico. E pur tutto questo non basta a far disconoscere una certa affinità con le materie trattate dal Montecuccoli. Della storia e della politica, su cui versano per la maggior parte gli scritti del Gualdo, non può non tener conto e non giovarsi, dove occorra, la scienza delle armi, che ha pur tanta parte nell’incremento e nella prosperità degli stati. Sta in ciò anzi tutta quella comunanza d’idee, che si rivela di primo tratto nel Guerriero Prudente e negli Aforismi dell’Arte Bellica.
espresso scopo scientifico. E pur tutto questo non basta a far disconoscere una certa affinità con le
materie trattate dal Montecuccoli. Della storia e della politica, su cui versano per la maggior parte
gli scritti del Gualdo, non può non tener conto e non giovarsi, dove occorra, la scienza delle armi,
che ha pur tanta parte nell’incremento e nella prosperità degli stati. Sta in ciò anzi tutta quella
comunanza d’idee, che si rivela di primo tratto nel Guerriero Prudente e negli Aforismi dell’Arte Bellica.
 
Ma questa, ch’io dirò affinità di concetto tra’ due scritti non basta da per sé a far pensare che il Montecuccoli attingesse l’idea fondamentale del suo lavoro dal Gualdo. Il critico discreto vi potrebbe ravvisare, tutto il più, uno sfoggio congenere di dottrine, professate nel secolo decimo settimo in Europa e avvalorate con prove d’uguale esperienza da due valent’uomini, contemporanei
settimo in Europa e avvalorate con prove d’uguale esperienza da due valent’uomini, contemporanei
d’anni, d’educazione, d’esercizi e di vita. La comunanza dell’idea fondamentale si rivela piuttosto
dal contesto, quale s’è venuto mano mano esponendo, del Guerriero Prudente e degli Aforismi
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manifesta ne’ particolari.
Alla chiarezza degli Aforismi giova, non v’ha dubio, la distinzione generale, che vi fa il
Montecuccoli, dei requisiti principali, necessari alla guerra, l’apparecchio cioè, la disposizione e l’operazione8.
 
l’operazione8. A chi è avvezzo spinger l’occhio oltre la buccia potrà forse parere che il Gualdo
difetti d’una distribuzione della materia, che renda perspicuo sin da principio l’intendimento del libro.
 
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ritrae i concetti dell’altro, perché non s’abbia a sospettare, sia pur di lontano, che dal Guerriero Prudente togliesse il Montecuccoli l’idea prima dell’opera sua. Né fa per ciò meraviglia ch’egli, corredando in calce lo scritto di squarci, tolti agli antichi autori d’arte militare, ommettesse di
ricordare lo scrittore vicentino. E’ noto che, vivente lui, non s’ebbe a pubblicare mai l’opera. Gli
Aforismi uscirono la prima volta il 1704, quasi cinque lustri dopo la morte dell’autore. Ben desta non piccolo stupore, che ad Ugo Foscolo, a Giuseppe Grassi e a non so quale traduttore francese, illustratori solenni delle opere militari del Montecuccoli, sfuggisse per intero il Trattato del Gualdo.
non piccolo stupore, che ad Ugo Foscolo, a Giuseppe Grassi e a non so quale traduttore francese,
illustratori solenni delle opere militari del Montecuccoli, sfuggisse per intero il Trattato del Gualdo.
 
E non per questo l’affinità del Guerriero Prudente toglie nulla al valore degli Aforismi. Il pregio artistico di un’opera più che dalla qualità della materia, emana, non v’ha dubio, dalla mano, che eppe foggiarla in una piuttosto che in un’altra maniera e ispirarvi, se così si può dire, il movimento e la vita.