Raimondo Montecuccoli (Mariani): differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Ilcolono (discussione | contributi)
mNessun oggetto della modifica
Ilcolono (discussione | contributi)
mNessun oggetto della modifica
Riga 30:
 
 
“Su''Su la sua tomba la Germania armata ricorda il suo liberatore, e il maestro degli eserciti suoi: la Germania erudita ricorda la promossa per lui filosofica società de’ Curiosi della natura, e con essa il moltiplicato patrimonio delle scienze. Su la sua tomba l’Italia si conforta delle ingiurie del tempo e del ferro, dell’imperio perduto, e de’ suoi lunghi e crudeli infortunj, quando periti tutti gli argomenti della romana grandezza, tanto ancor le avanza della romana virtù”.''
 
Agostino Paradisi, Elogio del Principe Raimondo Montecuccoli
 
Line 37 ⟶ 38:
 
Nel castello di Montecuccolo, che giace su quel di Modena, dal conte Galeotto e da Anna Bigi, illustre dama ferrarese, nel 1608 nasceva Raimondo Montecuccoli, di famiglia cospicua e potente per le gesta degli avi, e ch’ei doveva con le sue virtù e guerresche imprese crescerla a tal grado d’onore e di lustro, che a pochissime è dato di raggiungere. Fanciullo ancora lasciò Raimondo il paterno ostello per recarsi alle scuole di Modena, di Perugia e di Roma, di que’ tempi celebratissime, ove presto rifulse il suo ingegno facendo rapidi progressi negli studi delle belle lettere. Ma la grande guerra allora scoppiata in Lamagna e che per trent’anni doveva desolare quella contrada, grandemente lo invogliò della carriera dell’armi, attratto eziandio dalla gloria che Ernesto, suo zio, coglieva guerreggiando sui campi germanici.
 
I protestanti di Boemia avevano un giorno ottenuto da Rodolfo II d’Austria il libero esercizio del loro culto; ma allora che Ferdinando II tentò di toglier loro i privilegi di cui godevano, collegaronsi con alcuni principi tedeschi, e creato imperadore Federico V, Elettore palatino, nel 1618 sorsero in arme contro il legittimo sovrano. D’ambe le parti allora cercaronsi amicizie e alleanze; l’Austria con la Spagna e alcuni Stati d’Italia formarono la Lega Cattolica; e per l’Unione de’ Protestanti parteggiarono l’Inghilterra, l’Olanda e la Venezia. In breve però gli insorti furono ridotti agli estremi e sul finir del 1620 la Boemia pacificata, ritornava sotto la dominazione austriaca. Ma il conte Mansfeld, valente condottiero, raccolte numerose genti di venturieri e afforzatosi nel campi di Pilsen, tenne alta la bandiera dell’Unione , e recandosi nel basso Palatinato mise a ferro e a sacco le contrade per le quali passava, e con mirabile arte destreggiossi per modo da sfuggire alle persecuzioni di Tilly, che inseguivalo dappresso. Spinto segretamente dal Cristianissimo di Francia a soccorrere i Protestanti, Cristiano di Danimarca scendeva in Germania con poderoso esercito; e l’imperio sarebbe caduto, se a salvarlo non fosse corso il Wallenstein, ricco gentiluomo di Boemia, il quale, levate col suo danaro numerose schiere d’armati, davasi a inseguire il Mansfeld, il quale dirigevasi verso l’Ungheria, mentre il Tilly sbaragliava compiutamente i Danesi a Königslutter: correva allora il 1626.
 
Line 48 ⟶ 50:
 
Rinnovava il Montecuccoli in assalti d’altre terre fortificate i prodigi di valore fatti a Neu-Brandeburg; e fu a Kaiserlautern, ove veggendo riescire infruttuosi gli sforzi delle fanterie più spedite, ei scendeva da cavallo co’ suoi corazzieri, assaltava quella forte terra e se ne impadroniva.
 
Era il 7 settembre 1631. Tilly occupata Lipsia e ordinato le sue battaglie sotto le mura di questa città, azzuffavasi con Gustavo Adolfo. La lotta fu accanita e sanguinosa; la vittoria vivamente contrastata; ma alla fine l’esercito della Lega venne sconfitto e disperso; e il Montecuccoli, che combattendo con molto ardore erasi spinto troppo avanti tra gli Svedesi, cadeva prigione in mano ad essi. Durò sei mesi la sua cattività; uscitone, riprendeva le armi e continuava la guerra.
 
Line 55 ⟶ 58:
 
Nel settembre 1636 il valoroso Banner vince in una gran giornata a Wittstock gli imperiali e i Sassoni. E’ in essa che il Montecuccoli metteva in luce la sua militare sapienza e la sua bravura; Hatzfeld, il quale comandava l’esercito della Lega fuggiva disordinatamente nella notte dal campo di battaglia, temendo d’essere al dimani nuovamente assalito dall’impetuoso Banner; e il Montecuccoli copriva in retroguardo quella vergognosa fuga e con la sua valentia raffrenava il vivissimo incalzare del vincitore; e così salvava gli imperiali da completa rovina.
 
Stavansi gli Svedesi all’assedio di Nemezlau, nella Slesia, e questa terra, già ridotta all’estremo di sue difese, era in procinto d’arrendersi, allorquando il Montecuccoli, con una mano di bravi, cade improvvisamente su gli assedianti, li sbaraglia, li fuga e lor toglie i cannoni e le bagaglie. Se non che poco dopo a Hofkirch, sopraffatto dalle forze di Banner, è vinto, fatto prigioniero e condotto da prima a Wismar; quindi a Stettin; correva allora il 1639.
 
Line 114 ⟶ 118:
Fu Raimondo Montecuccoli valentissimo nel condurre eserciti; assai valoroso nella pugna. Scrisse con molto sapere e con militare eloquenza la lunga guerra da lui combattuta con le armi cesaree contro le genti mussulmane. Dettò pure e con molta erudizione le sue Memorie intorno all’arte bellica e in brevissime pagine trattò e ridusse a forma di scienza la nuova arte, sorta allora con Gustavo Adolfo di Svezia, il quale meritamente può dirsene il creatore.
L’invidia de’ tristi tentò sovente d’opprimerlo; ma la sua virtù vinse sempre i calunniatori codardi, e sorse più fulgida e ricca di gloria. Osservantissimo della cristiana religione e del suo culto, senza vana ostentazione, senza ombra di folli pregiudizi.
 
La moglie e i figli ebbero in lui uno sposo e un padre assai affettuoso; gli amici un amico liberalissimo; le belle lettere un cultore e un protettore splendidissimo.
Tra i tanti figli che con le armi illustrarono la madre Italia, l’eroe del San Gottardo, il salvatore dell’imperio e della cristianità, il Montecuccoli va debitamente onorato tra i primi.