Pagina:Letturecommediagelli.djvu/147: differenze tra le versioni

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elle si organizzino (per usar le parole sue) tutti i sensi e tutte l'altre cose, le quali erano prima in loro, in virtù e in potenza, infino al parlare e a il ridere e il piangere, e in questa maniera apparischino di poi e sieno vedute e sentite da noi. La quale opinion è molto simile a quella de' Platonici, i quali vogliono che le nostre anime, innanzi ch'elle entrino ne' nostri corpi, e dipoi ancor quando elle ne sono uscite, sieno circundate da uno certo corpicello aereo, chiamato da loro veiculo, nel quale elle possono andare, come scrive il Leonico in quel suo dialogo ''De tribus vehiculis'', attorno per questa nostra aria, a vedere e sentire i fatti degli uomini, e così ancora essere veduto e sentito similmente da noi. Nè è, oltre a di questo, ancor contro a l'opinione de' teologi della reigion nostra, tenendo eglino comunemente, che ogni volta che gli Angeli si son voluti dimostrare agli uomini, eglino si abbino (concedendolo loro però Dio) fabbricato uno corpo d'aria, nel quale eglino sono dipoi stati veduti, e hanno favellato e fatto tutte quelle operazioni, ch'ei sono stati mandati a fare nel mondo; e così ancor similmente quelle anime che sono apparite molte vole per promissione di Dio agli uomini. E in questo modo vide il Poeta nostro l'ombra e l'anima di Virgilio, e gli fu risposto da lei le parole dichiarare di sopra, e di più descrittegli tanto largamente ch'ei fosse, da 'l padre, da la madre, da la patria, da 'l tempo nel quale egli nacque e visse, da la professione ch'egli fece da l'opere ch'egli compose, ch'ei conobbe manifestamente ch'egli era Virgilio, nato in una villa presso Mantova, chiamata anticamente Audes (e oggidì Pietola) insino l'anno sessantotto innanzi la natività di Cristo, e condottosi da poi ch'egli ebbe dato molto tempo in Cremona, in Milano e in Napoli, opera a gli studii, finalmente in Roma, ove egli divenne per le molte virtù se accettatissimo e familiarissimo d'Ottaviano Imperatore. Descrivesi<ref>Ediz. ''Descrivessi''.</ref> adunque Virgilio, per tornare al testo, primieramente da 'l padre e da la madre, dicendo:
elle si organizzino (per usar le parole sue) tutti i sensi e tutte l’altre cose, le quali erano prima in loro, in virtù e in potenza, infino al parlare e a il ridere e il piangere, e in questa maniera apparischino di poi e sieno vedute e sentite da noi. La quale opinion è molto simile a quella de’ Platonici, i quali vogliono che le nostre anime, innanzi ch’elle entrino ne’ nostri corpi, e dipoi ancor quando elle ne sono uscite, sieno circundate da uno certo corpicello aereo, chiamato da loro veiculo, nel quale elle possono andare, come scrive il Leonico in quel suo dialogo ''De tribus vehiculis'', attorno per questa nostra aria, a vedere e sentire i fatti degli uomini, e così ancora essere veduto e sentito similmente da noi. Nè è, oltre a di questo, ancor contro a l’opinione de’ teologi della reigion nostra, tenendo eglino comunemente, che ogni volta che gli Angeli si son voluti dimostrare agli uomini, eglino si abbino (concedendolo loro però Dio) fabbricato uno corpo d’aria, nel quale eglino sono dipoi stati veduti, e hanno favellato e fatto tutte quelle operazioni, ch’ei sono stati mandati a fare nel mondo; e così ancor similmente quelle anime che sono apparite molte vole per promissione di Dio agli uomini. E in questo modo vide il Poeta nostro l’ombra e l’anima di Virgilio, e gli fu risposto da lei le parole dichiarare di sopra, e di più descrittegli tanto largamente ch’ei fosse, da ’l padre, da la madre, da la patria, da ’l tempo nel quale egli nacque e visse, da la professione ch’egli fece da l’opere ch’egli compose, ch’ei conobbe manifestamente ch’egli era Virgilio, nato in una villa presso Mantova, chiamata anticamente Audes (e oggidì Pietola) insino l’anno sessantotto innanzi la natività di Cristo, e condottosi da poi ch’egli ebbe dato molto tempo in Cremona, in Milano e in Napoli, opera a gli studii, finalmente in Roma, ove egli divenne per le molte virtù se accettatissimo e familiarissimo d’Ottaviano Imperatore. Descrivesi<ref>Ediz. ''Descrivessi''.</ref> adunque Virgilio, per tornare al testo, primieramente da ’l padre e da la madre, dicendo:
{{Centrato|<small>E gli<ref>Cr. ''li''.</ref> parenti miei furon Lombardi.</small>}}
{{Centrato|<small>E gli<ref>Cr. ''li''.</ref> parenti miei furon Lombardi.</small>}}