Il Vaso di Pandora: differenze tra le versioni

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<!--1--><!--2--><!--3-->Musa cantiam l'urna fatale, e i mali,
Che uscir da quella ad inondar la terra
Per la vendetta del Tonante, ch'ebbe
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All'inerente materia il figlio ingrato
{{R|15}}Del tradito Saturno; abbiam possanza
<!--4-->A quella uguale, che superbo il rende:
Un'altra stirpe, che da noi derivi,
Abiti il mondo: alla grand'opra intenti
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Fregiata in man della gentil Donzella
Posta ebbe un'urna, (ah don fatale!) vanne,
<!--5-->Vanne, le disse, sulla Terra, e serba
Tal premio a chi d'esserti grato aspira.
 
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Le Driadi vezzose a lei vicine
Stavan per meraviglia intente, e mute:
<!--6-->{{R|70}}La bionda chioma, il brun'occhio vivace,
Le auguste labbia di cinabro sparse,
E le candide mamme, e le altre insieme
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{{R|95}}Il semplice linguaggio, e le natìe
Grazie, e beltà negletta eran per quella
<!--7-->Incolti aspetti; ma l'Idalio Nume
Sorrise a tanto orgoglio, e bene ei vide
Ch'esser non può, benchè dal Ciel ne venga
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Tutti previde i perigliosi effetti
Della piaga fatal! ma invan de' Fati
<!--8-->Tentò cangiare, o moderar le leggi:
{{R|125}}Le candide colombe all'agil cocchio
Di sua mano adattò; mesta, pensosa,
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Il crin, fiere le luci, e sparso il volto
{{R|150}}Di rughe, e di pallor: dal tetro aspetto
<!--9-->Quello fuggir volea; ma ferma, e m'odi,
La straniera gridò: seguirti sempre
Io deggio, e turbar sempre i tuoi diletti;
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Tal si dimostra alla vermiglia Aurora,
Allor che fugge di Titon gli amplessi,
<!--10-->Il fior, che colorò d'Adone il sangue:
Godea Pandora in rimirar le belle
{{R|180}}Forme del suo fedel quando improvvisa
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Furor divenne, e già d'atro pallore
Tinte cadevan vittime innocenti
<!--11-->{{R|205}}D'orrida Gelosia quando l'azzurro
Occhio rivolse a lor Giuno superba
Dal vasto Olimpo, e la pietade in lei
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{{R|230}}Tornò contenta ad insultar Ciprigna.
Dappoi che schiusa l'Urna fu gli ameni
<!--12-->Colli, i fioriti prati, i boschi ombrosi
Tutta perdero la bellezza prima,
Che Natura lor diè: produsse allora
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Nel volgo men che in elevato stuolo.
Schiera d'Amanti impetuosa, e folle
<!--13-->Bramò dell'ammirabil Giovinetta
{{R|260}}La gradita conquista, e il molle sesso
Dell'amabil Garzone ebbe desio:
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Con ordine mirabile, e costante,
{{R|285}}Sorse l'invidia, e il torbid'occhio volse
<!--14-->Ver la Donzella, e seco eran menzogna,
E frode, e tradimento orrido morbo,
Di tumulto febril cagion fatale,
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Se rei furo gli Dei, se reo son io
Un Essere in produr sì vago, e bello,
<!--15-->Mai però non t'offese l'infelice
Figlia del nostro ardire: ah l'innocente
{{R|315}}Perchè langue così? Chi lei rimira
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Un color misto di ligustri, e rose
Pinse il bel volto, e interpreti sicuri
<!--16-->{{R|340}}Dell'alma gli occhi scintillar più vivi:
Seco la trasse il messaggier d'Olimpo
D'un colle al sommo verdeggiante, e quivi
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La celeste virtù, negletto, oscuro
{{R|355}}Sarebbe ancor di Leucate il sasso.
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