Pagina:Aristofane - Commedie, Venezia 1545.djvu/130: differenze tra le versioni
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;Xanthia: E non di gratia fammi venire qualche fachino, il quale venga ad agiutarmi. |
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;Dionisio: Se non ne trovo? |
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;Xanthia: Satisfarò io poi. |
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;Dionisio: Tu dici bene. ecco che sono quì de gli huomini che portano un morto. ò huomo morto, ò morto, voi tu portare qualche uno de vasetti miei à l'inferno? |
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;Morto: Quanti? & quali sono? |
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;Dionisio: Questi? |
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;Morto: Pagherai due drachme. |
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;Dionisio: Ferai manco. |
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;Morto: Fate voi dunque la via. |
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;Dionisio: Aspetta che s'accordaremo. |
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;Morto: Se non metti fuora due drachme, non ne parlar più. |
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;Dionisio: Piglia nove oboli. |
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;Morto: Un'altra volta tornerò vivo. |
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;Xanthia: Quanto si tien savio sto disgraziato. non piagnerà dunque? anderò io. |
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;Dionisio: Sei da ben, & generoso. |
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;Xanthia: Entramo in barca. |
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;Charonte: O op, para via. |
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;Dionisio: Che cosa è questa? |
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;Xanthia: E una palude per Giove. |
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;Dionisio: E quella che gli ha detto. et vegio il navigio. |
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;Xanthia: Sì per Nettuno, & questo è Charonte. |
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;Dionisio: Dio te salvi Charon, à dio, bon giorno. |
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;Charonte: Chi è ripossato da i mali & da le molestie? chi è |